STORIE DI PRETI …

di ANDREA FILLORAMO

Che i preti giunti a una certa età, come del resto molti anziani, vengano ad essere considerati e anche talvolta a considerarsi come dei limoni che si spremono fino a quando hanno del succo e poi vengono ad essere gettati nella pattumiera, è cosa risaputa. Ma diventa intollerabile che i preti anziani vengano ad essere visti come degli “imbecilli”, cioè come chi, per difetto naturale o per l’età o per malattia, è menomato nelle facoltà mentali e psichiche, tanto da non rendersi conto che qualcuno possa cercare di “fregarli”. La cosa diventa più grave se la il tentativo o la stessa “fregatura” abbiano come artefice la Curia che dovrebbe “difenderli”, “aiutarli” e “sostenerli” nell’età in cui si manifesta maggiormente la loro “debolezza”, che talvolta li costringe a non “alzare la voce” davanti all’ingiustizia. Questa è stata la considerazione da me fatta, dopo aver letto l’allegata lettera inviatami da un prete, che viene a essere pubblicata su IMGpress. Non essendo io un tecnico della materia in essa trattata e, quindi, non potendomi pronunciare sul suo contenuto, mi pongo, con la sua pubblicazione, l’obiettivo di invitare “chi di dovere” a “sanare” una situazione contributiva, che “a prima vista” sembra “incerta” e al prete in questione appare “ingiusta” e lesiva nei suoi riguardi. Se ciò non dovesse accadere, non resta che denunciare la situazione all’Agenzia delle Entrate. Nel rispetto della privacy, la missiva è “depurata” dai dati che fanno riferimento al prete in questione.
“ Dal 2000…, anno del mio pensionamento dalla scuola, ricevo ogni mese un “riepilogo informativo dei dati per determinare l’integrazione” che mi spetta per ogni mese corrispondente alla quota di € 51,00., quota che non ho mai ricevuto, in avendo svolto l’ufficio di……… Da come è scritto nel suddetto “riepilogo”, ho presentato l’incongruenza all’Ufficio curiale per avere chiarimenti: nessuno. L’unica risposta: “È così e se non vuoi ricevere questo riepilogo uscirai dal sostentamento clero”. Ma quando arriva il momento di presentare il Mod 740 devo denunciare la quota riportata nel Mod 101 che l’Istituto Centrale mi spedisce. Mi chiedo: “Perché devo denunciare una somma che non ricevo e che, soprattutto, mi fa lievitare l’aliquota da pagare allo Stato?” Sono ricorso anche all’Arcivescovo che, forse, in rispondenza alla parabola evangelica dell’amico importuno ha avuto “una brillante idea” proponendo all’Ufficio amministrativo di risarcirmi quanto pagato in più per il Mod 101 nella dichiarazione dei redditi. Ma questa è una soluzione di giustizia? Nel mese di………del…… l’Arcivescovo mi ha sollevato dall’incarico e con un decreto mi ha dichiarato “inabile a ogni attività pastorale per motivi di età e di salute”. Di questo decreto ne sono venuto a conoscenza solo nel mese di dicembre e non in forma ufficiale, ma solo per caso. La qual cosa ha causato in me indignazione. Il Direttore sanitario dell’USL della Città, con il quale mi sono confrontato, mi ha espresso chiaramente della illiceità del provvedimento in quanto non ero in età canonica di “esonero” e non ero stato visitato da alcuna commissione medica che avesse dichiarato la mia inabilità. Forte di ciò mi sono recato all’Ufficio da cui ho ottenuto questa risposta: “è secondo il modello che manda Roma” e visto che non hai altro incarico in diocesi o accetti questo decreto o esci dal sostentamento”. Ritornato a casa ho letto gli articoli che erano alla base di questo decreto: nessuno di essi riguardava il mio caso. Avevo 68 anni, ero in salute, non avevo presentato lettera di dimissione da parroco, in quanto non lo ero. Sono ritornato dall’Arcivescovo con tutti gli articoli dicendo che il decreto si basa su falsità. Risposta: “Ma ho firmato quanto l’Ufficio ha scritto”. “Ma chi ha firmato è lei, quindi è lei il responsabile di questo atto falso”. Minacciato di rendere pubblica questa falsità, mi vedo arrivare un altro decreto nel mese di aprile nel quale mi si nominava “confessore della cattedrale”. Con questa nomina incomincia ad arrivare il “riepilogo” con i 51€ che, ancora, non ricevo. Al danno morale, anche la beffa in quanto nel provvedimento dell’ordinario diocesano è riportata la seguente frase: “Incarico svolto presso ente ecclesiastico, non identificato da specifico codice”. Quindi, un servizio non riconosciuto ufficialmente. Fatto presente all’Arcivescovo quanto letto, la risposta è stata: “Ma ti fermi a queste cose?”. Intanto anche quest’anno mi è pervenuto il Mod 101 e il momento della presentazione della dichiarazione è vicino. Devo continuare ancora ad accettare questa situazione di falsità, visto anche che ora per le patologie che ho sono costretto a pagare le medicine e per l’ammontare della somma dell’Ufficio non potrò presentare l’esenzione ticket?