IL MONDO CERCA DI NASCONDERE LA PERSECUZIONE E IL MARTIRIO DEI CRISTIANI

Sabato scorso Alleanza Cattolica insieme a Integra onlus ha organizzato a Milano un convegno, con la partecipazione di un attento e numeroso pubblico,per denunciare la persecuzione dei cristiani nel mondo e nello stesso tempo per mostrare i legami che esistono fra le guerre in corso e quindi la presenza problematica in Italia dei rifugiati proveniente da quei Paesi in guerra in numero sempre maggiore. “Il 60% dei profughi che entrano in Italia, è stato ricordato, sono rifugiati che scappano da una situazione di insostenibile violazione dei diritti umani, cioè non emigrano per motivi economici”. Hanno aperto i lavori del Convegno denominato, “…perseguiteranno anche voi” (Gv, 15,20), Marco Invernizzi, responsabile regionale della Lombardia di Alleanza Cattolica e KlodianaCuka, fondatrice di Integra onlus che opera in Puglia per integrare veramente ed efficacemente i rifugiati. Dopo gli interventi dell’onorevole Stefano Dambruoso, questore della Camera dei Deputati e dell’Assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Cristina Cappellini, sono iniziati i vari interventi del Convegno, diviso in due sessioni. Nella prima sono intervenuti, Paul Batthi, fratello e continuatore dell’opera di Shabbaz, ministro in Pakistan per le minoranze, assassinato da terroristi islamisti nel 2011. Accolto in sala da un commosso applauso, Paul Bhatti ci ha raccontato come sia tremenda la situazione dei cristiani in Pakistan, il 2,5% della popolazione, e tuttavia come sia coraggiosa la loro testimonianza. Poi è intervenuto Alfredo Mantici, attuale Direttore della “Divisione Analisi della G-Risk Security and Intelligence services”, dirige un importante magazine online, “Lookoutnews”. Mantici ha descritto gli aspetti storici, culturali e religiosi che hanno portato allo scatenarsi delle cosiddette “Primavere arabe”. In particolare ha denunciato gli artificiali confini di quasi tutti i Paesi del Medio Oriente, tracciati con il righello dalle potenze occidentali all’inizio del Novecento. Quindi è intervenuto Aldo Morrone, direttore dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrato delle malattie della Povertà (INMP). Dirigente medico , specialista in Dermatologia e Venereologia, Docente presso le università di Roma e autore di oltre 500 pubblicazioni scientifiche. L’intervento di Morrone è stato toccante, perché nel poco tempo a sua disposizione, è riuscito attraverso alcune immagini, a commentato il suo intenso e grande lavoro a favore dei più poveri del pianeta.
Nella seconda sessione è intervenuta la giornalista Costanza Miriano, che ha evidenziato il motivo perché all’interno delle redazioni giornalistiche, dei mezzi di comunicazione, i cristiani perseguitati sono ignorati. In pratica esiste un pregiudizio ideologico, che relega nelle pagine interne, quando non li condanna al silenzio, le notizie sui cristiani perseguitatati e uccisi. Eppure la violenza esiste ed è grave come ha dimostrato Paul Batthi, che ha ricordato il recente assassinio di una coppia di genitori cristiani buttati e arsi vivi nella fornace, dove lavoravano.
Il convegno inoltre, ha voluto anche affrontare il tema della libertà religiosa, mirabilmente ha relazionatomons. Agostino Marchetto, definito da papa Francesco il miglior ermeneuta del Concilio Vaticano II. E in effetti, – scrive Marco Invernizzi su comunitambrosiana.org – questo tema è centrale sia per quanto riguarda la persecuzione sia per quanto riguarda l’integrazione dei rifugiati, perché alla base del principio della libertà religiosa, come insegna il Magistero della Chiesa, vi è la dignità di ogni persona, che deve essere rispettata nell’atto di scegliere e professare la religione, così come deve essere accolta e aiutata a integrarsi, pur nel rispetto delle prerogative anche dei popoli che ospitano i profughi e i rifugiati. Questo principio, ribadito da Benedetto XVI nella Caritas in veritate, fa parte della dottrina sociale della Chiesa, che mons. Marchetto ha ripetutamente evocato nel suo intervento sulla libertà religiosa”. Prima dell’intervento finale di Introvigne, è intervenuto il viceprefetto, Maurizio Falco, del Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e immigrazione. Forse questo è stato l’intervento più difficile da svolgere, perché ha dovuto “difendere” per certi versi, le politiche che i nostri governi hanno attuato per affrontare i numerosi sbarchi di clandestini che si riversano quasi giornalmente sulle nostre coste. Falco ha sottolineato l’impegno quasi eroico dei nostri marinai, dei nostri militari, che operano nel Mare Mediterraneo. Certo non è facile per noi italiani, padri di famiglia, con figli disoccupati, “digerire”gli argomenti pur condivisibili del vicequestore, peraltro poi gliel’ho personalmente fatto presente. A questo proposito chiudo il mio servizio con le parole di Invernizzi che meglio di me riesce a centrare il problema. “Cari amici, non fate fatica a comprendere come sia difficile nel mondo contemporaneo dominato dal relativismo riuscire a non imboccare la strada della contrapposizione ideologica, tipica di quelle forze politiche che vogliono esaltare sempre e soltanto un aspetto della realtà. Il nostro convegno ha voluto essere un tentativo di tenere insieme due aspetti che sono entrambi presenti in maniera drammatica nella nostra vita. Abbiamo voluto celebrare i martiri senza dimenticare di nominare coloro che li uccidono, come ha ricordato Massimo Introvigne chiudendo i lavori, perchè i martiri non muoiono da soli ma vengono assassinati da comunisti in Corea del Nord e in Cina, da islamisti in Pakistan, in Nigeria, in Siria e in Iraq, da forze nazionaliste altrove, per esempio nello Stato dell’Orissa. E anche da noi in Occidente la libertà religiosa non se la passa bene, minacciata e spesso impedita da un laicismo aggressivo che sta arrivando a mettere in discussione l’obiezione di coscienza in molte categorie professionali dove i cristiani vogliono potersi rifiutare di dare esecuzione a leggi contrarie al diritto naturale. Ma abbiamo voluto anche mostrare al nostro pubblico che esistono donne e uomini che si impegnano veramente per dare un futuro concreto a chi fugge dalle guerre e dalla violenza, spesso perché cristiano e comunque perché offeso nella sua libertà.
I lavori del convegno si sono conclusi, ma i temi sollevati vorremmo che continuassero a essere presenti nelle nostre giornate, nel lavoro dei gruppi di Alleanza Cattolica sparsi in tutta la penisola, organizzando conferenze, seminari, scrivendo articoli, parlando nelle radio e nelle televisioni sia della persecuzione dei cristiani, sia indicando chi si fa carico di insegnare e spesso di trovare un lavoro ai rifugiati. E comunque, vorremmo che in questa settimana santa e nel tempo pasquale si sollevasse una preghiera costante per tutti questi uomini che subiscono ingiustizie e violenze, in ogni comunità di Alleanza Cattolica, in ogni parrocchia e in tutte le famiglie che conosciamo.
Grazie e Santa Pasqua”

DOMENICO BONVEGNA
Domenico_bonvegna@libero.it