LE SCELTE & LA FEDE

di Antonio Ballarò

Per gentile concessione del traduttore, ho avuto la possibilità di leggere in anteprima un testo forte, che sento di dover “recensire”, tanto per dare un’idea a chi mostra interesse e sensibilità verso questi temi, quanto per dare un parere esclusivamente personale, ma spero oggettivo, sulla storia che “Per amore di una donna, escluso dalla Chiesa” racconta.

Padre Léon Laclau è un sacerdote che appartiene all’ordine religioso dei preti di Bétharram. La sua storia si snoda attraverso dinamiche particolari e, ahimè, parecchio diffuse ai nostri giorni. Il racconto si apre con uno spaccato di vita quotidiana: nella descrizione delle sue giornate, Laclau è senz’altro lento e dettagliato, senza per questo risultare noioso o pesante. Con molta franchezza, credo che non sia un eufemismo affermare che la storia diventi avvincente ogni pagina di più.

Le 144 pagine del libro sono filate via lisce. In due giorni avevo terminato questa bellissima confessione che un semplice prete, armato di penna e coraggio, ha voluto donare a tutti. E non è un caso che io parli di coraggio: oltre al coming out, di per sé una fase difficile, penso che ci sia il rischio di cadere in una spirale senza fondo (leggasi scrupolo) dovuta, per esempio, al giudizio spesso feroce di chi osserva, dimostrando insensibilità, inadeguatezza e impreparazione.
La storia di Léon Laclau però, è circondata da uno “strano” affetto. Quello della gente che lo conosce o ne ha sentito parlare, dei suoi parrocchiani, delle persone vicine. C’è incomprensione davanti alle scelte operate dai superiori di Laclau, a cui tanti fedeli hanno indirettamente chiesto di quale colpa si fosse macchiato.

A stupirmi, o forse non così tanto, è stata proprio la reazione della gente. Chi ha conosciuto Léon non può credere ai suoi occhi: sembra che sul suo conto sia già partito il valzer delle sovrastrutture. Egli decide semplicemente di permettersi una vita alla luce del sole, pur riconoscendo l’errore e ammettendo la sua fragilità.

Tuttavia, a tale riguardo permettetemi una sottolineatura che ritengo importante: sebbene la congregazione dei preti di Bétharram offra ben poche caratteristiche di vita religiosa, in senso proprio, ai suoi preti, i quali di fatto vivono e agiscono da parroci, non va tuttavia dimenticato che padre Léon non poteva aspettarsi un epilogo differente da quello che ha vissuto. I voti pronunciati infatti, fanno di lui un religioso a tutti gli effetti, il quale sceglie di vivere, a prescindere dall’obbligo o meno del celibato, in povertà, castità e obbedienza. La castità infatti, assume senso e valore esclusivamente in una vita entrata nell’ottica del dono gratuito, mentre a padre Laclau, certamente, va riconosciuto il coraggio delle scelte. Prima e dopo.

di Adelaide Cantafio

Condivido questa recensione in tutte le sue sagge riflessioni, su un problema che, fin da quando ero ragazza, mi tormentava non poco.
Avevo conosciuto, nel Liceo che frequentavo, da studentessa, nella mia città natale di Catanzaro, un grande professore, di cultura e umanità straordinarie, che sentivo apostrofare, spesso, attorno a me, "é ‘nu previti spogghiatu", espressione che sapeva di un gusto di disprezzo che non concepivo affatto e mi faceva male.
Quel prof. incantava tutti con le sue lezioni sulla cultura greca e latina, sulla ricchezza di valori che confrontava con quel presente che, di lì a poco, avrebbe reagito, per alcuni bene, per altri male, contro ottusità e iniquità mentali (si era già verso l’ultimo quarto degli anni ’60).
Io, in seguito, docente di lettere classiche, ritrovai quello stesso professore a Messina e lo affiancai sia come amico mio e della mia famiglia, sia come Presidente di commissione, in un famoso liceo della città: era lo stesso grande Uomo di Cultura e di vera e profonda Umanità, mai lontano dal suo Dio e dal prossimo, ottimo marito e ottimo padre.