Montenegro, Marra e la Chiesa di Messina

di ANDREA FILLORAMO

E’ passato meno di un mese dal 4 gennaio u.s. prima domenica dell’anno, da quando papa Francesco, cogliendo tutti di sorpresa, ha annunciato i nomi dei cardinali, che riceveranno la porpora, nel Concistoro del prossimo 14 febbraio. Fra questi il messinese Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. La notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo, in quanto l’annuncio è stato dato dal pontefice, durante il rituale “angelus” domenicale e se in un primo momento ha causato grande sbalordimento, dovuto alla sorpresa di fronte al fatto ritenuto inatteso, immediatamente dopo, però, ha provocato soddisfazione, per la scelta del Papa, che ha rivolto la sua attenzione a un vescovo che a lui assomiglia nel modo di essere, nello stile di vita e che, come lui, ha voluto e vuole continuare a realizzare la “ chiesa dei poveri”. Mi si permetta di esprimere l’emozione di un amico fin dagli anni della fanciullezza di “don Franco”, così come egli ama farsi chiamare; di un siciliano grato al pontefice per aver rivolto la sua attenzione ad un figlio di questa meravigliosa isola che è la Sicilia; di un messinese, che se anche trasferitosi altrove da 40 anni dalla città dello Stretto, ha seguito sempre la sua storia e particolarmente la storia della chiesa locale, nella quale si sono formati diversi vescovi e dalla quale emerge adesso un cardinale di Santa Romana Chiesa. Mi si conceda ancora di fare un’osservazione, che qualcuno probabilmente considererà intrinsecamente critica nei confronti dell’attuale arcivescovo di Messina. Mi riferisco alla successione a Mons. Marra come arcivescovo e archimandrita di Messina. Data la conoscenza e la stima che accompagnavano allora il vescovo ausiliare, mons. Francesco Montenegro, molti preti manifestavano l’auspicio che fosse proprio lui a diventare arcivescovo. Se ciò fosse accaduto la Chiesa messinese avrebbe scritto sicuramente delle pagine diverse della sua storia. Sono certo, che tutta la diocesi di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela, con il suo arcivescovo, saprà trovare i modi per celebrare degnamente l’avvenimento dell’assegnazione della porpora cardinalizia a Franco Montenegro, che vanno al di là, del semplice annuncio, come apparso, nel sito della diocesi.