Le radici del male

Negli ultimi mesi i media riportano quotidianamente la contabilità delle vittime massacrate, impiccate e sgozzate dai cosiddetti integralisti islamici. Per non toccare la sensibilità dei “fratelli islamici” (la definizione è di papa Francesco) , analisti e i commentatori fanno credere all’opinione pubblica che la sete di sangue non è imputabile alla religione islamica, bensì circoscritta a pochi fanatici. Falso! Millequattrocento anni di storia dell’islam hanno dimostrato che la religione fondata dal guerrafondaio Maometto, è costellata di stragi, massacri, conquiste e soprattutto occupazioni. Qualsiasi persona con un briciolo di ragione dovrebbe chiedersi: donde la radice dell’odio? Per stessa ammissione di chi ama la morte più della vita, “l’ispirazione” a convertire con le buone o le cattive viene dal Corano. Se la chiesa cattolica facesse il suo lavoro (cioè teologia, e non come avviene con il pontificato Bergoglio, ridotta a somministrare generiche filippiche buoniste pacifiste ed anticapitaliste) spiegherebbe ai fedeli che il Corano non è stato dettato a Maometto dall’Arcangelo Gabriele ma da un’entità maligna palesata sotto le mentite spoglie di un angelo di luce. A non avere chiara questa banale verità, si continuerà a spiegare la brama di sangue insita nel dna dell’islam, con una serie di inconcludenti analisi sociologiche che lasceranno il tempo che trovano. Si insisterà a dire che gli integralisti e i kamikaze usano la religione per fini altri, che i veri islamici predicano la pace e la tolleranza e che le cause del terrorismo sono imputabili alla povertà e alle sete di giustizia. Come difendersi e fermare l’espansione del male? La Chiesa Cattolica deve mettere in pratica l’esortazione di Gesù Cristo, vale a dire evangelizzare e convertire chi non ha avuto la fortuna di conoscere la bellezza del cristianesimo.Tutto il resto, dialogo interreligioso, marce della pace e preghiere silenziose, è improduttiva perdita di tempo e di vite umane. Se poi non si crede ai miracoli, rimane la via del sempiterno principio della legittima difesa, avallata dal catechismo della chiesa cattolica e dimostrata con i fatti da Israele.

Gianni Toffali