Cesvi e i progetti di lotta all’AIDS in Africa

ZIMBABWE

Supporto all’Ospedale St. Albert
Nel piccolo ospedale Saint Albert, situato nel Distretto di Centenary in Zimbabwe, è nato nel 2001 il progetto Cesvi “Fermiamo l’AIDS sul nascere”. In 10 anni di campagna, Cesvi ha permesso a 90mila donne di sottoporsi al test HIV ed essere seguite dal punto di vista psicologico durante gravidanza, parto e allattamento; a 3mila bambini di non correre il pericolo di contagio; a oltre 2mila operatori sanitari una precisa formazione; a oltre 5mila bambini in trattamento e a centinaia di migliaia di persone di essere sensibilizzate sul tema dell’AIDS e sulla modalità di prevenzione. I tassi di prevalenza dell’HIV hanno cominciato a diminuire dal 22,1% del 2005 al 13% nel 2011 ed è stato salvato l’81% dei bambini nati da mamme sieropositive. Enormi passi in avanti sono stati fatti, ma la sfida rimane aperta. Cesvi continua a lavorare concentrandosi principalmente su tre fronti: sensibilizzazione, prevenzione e cura. Le campagne di sensibilizzazione vanno a beneficio della popolazione, dei maestri di scuola e degli alunni; il lavoro di prevenzione, attraverso la profilassi coi farmaci antiretrovirali, invece è destinato alle donne in gravidanza affinché partoriscano bambini sani; mentre la cura riguarda gli adulti sieropositivi, continuando a fornire loro il trattamento antiretrovirale. Attualmente il St.Albert ha la casa per le madri più grande in Zimbabwe, che può ospitare fino a 150 donne. Ci sono in media 250 parti al mese e il servizio di prevenzione è offerto 24 ore al giorno. La casa è stata costruita con i fondi raccolti attraverso le campagne sms degli scorsi anni.

Casa del Sorriso
Molti bambini e giovani dello Zimbabwe vivono in condizioni di estrema povertà. Questo è il risultato del deterioramento delle condizioni economiche dello Zimbabwe, insieme alla problematica di HIV/AIDS che colpisce duramente questo paese e che ha reso orfani migliaia di bambini e giovani che finiscono per vivere e lavorare per strada, soprattutto nella capitale del paese, Harare. Proprio per proteggere questi bambini vulnerabili, spesso vittime di abusi sessuali e quindi ad alto rischio di contagio, Cesvi ha dato vita anni fa ad una Casa del Sorriso nella città di Harare. Oggi, la Casa offre diversi servizi di base per i bambini di strada e per le giovani ragazze che si prostituiscono per poter far fronte alla povertà. La Casa è per loro una possibilità concreta di salvezza dalla strada e di riscatto: un luogo dove accedere a cibo, cure mediche, servizi igienici e dove frequentare corsi di formazione e laboratori artistici ma anche dove essere informati sull’HIV e sulle modalità di prevenzione.

CONGO

Progetto di rafforzamento di servizi medici di diagnosi e cura dei pazienti affetti da HIV ed attività di sensibilizzazione dei ragazzi di strada. Il fenomeno dei ragazzi di strada è molto diffuso in tutta la città di Kinshasa: ragazze e ragazzi che hanno abbandonato la famiglia e vivono per strada in gruppi senza alcun accesso ai servizi di base e nella più profonda marginalità. Nella sola città di Kinshasa il loro numero è stimato attorno ai 14mila mentre gli orfani, soprattutto a causa dell’ AIDS, e i bambini vulnerabili sono circa 36mila.
I centri di accoglienza che offrono ricovero, pasti e la possibilità di usufruire di servizi medici rappresentano l’unica possibilità di appoggio e rifugio, ma questi centri generalmente riescono ad ospitare solo i più piccoli, perciò i ragazzi che hanno superato i 15 anni non hanno alternativa alla strada. Cesvi, già impegnato sulla formazione scolastica, l’alfabetizzazione dei ragazzi di strada fino ai 14 anni e la formazione professionale degli over 15, ha deciso di sostenere l’Ospedale Generale di Matete nel distretto sanitario di Kalamu (Repubblica Democratica del Congo), rafforzando una Cellula di Accompagnamento medico Psico-Sociale (CAPS), che promuove servizi medici di diagnosi e cura dei pazienti affetti da HIV ed attività di sensibilizzazione sul tema delle malattie sessualmente trasmissibili (IST). Attualmente l’unità CAPS, prende in carico 332 pazienti affetti da HIV/AIDS. Cesvi intende sostenere l’Ospedale in particolare attraverso supporto al personale medico/sanitario; acquisto di materiali per il laboratorio; acquisto di farmaci IO/IST per i pazienti in lista che attualmente non sono presi in carico; attività di sensibilizzazione e informazione.