Sulle orme del Vangelo: Oggi manca tantissimo senso morale che colmi il vuoto etico

Mt 27, 37-44
Gesù disse ai suoi discepoli:
“Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.
Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato.
Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”.

Con la prima domenica di Avvento inizia il nuovo anno liturgico, che ha come tema di fondo l’attesa vigilante. In realtà il primo periodo di questo tempo forte ci parla del secondo avvento del Signore che dobbiamo preparare “vigilanti nella preghiera e ricolmi di gioia” pregustando la gioia di entrare già da ora nel mistero del suo Natale.
Il brano in oggetto ci invita quindi a vegliare in attesa del ritorno definitivo del Signore. In effetti era Gesù stesso che spronava continuamente i suoi discepoli a “svegliarsi”, cioè a non rimanere addormentati sull’osservanza esteriore di una religione senza mordente. Per fare questo è necessario ritornare al vangelo, cioè fondare la nostra fede sulla persona di Gesù. Man mano che operiamo in tale direzione, in noi si risveglierà il gusto per un Dio che ci ama senza riserve.
Questa operazione farà lentamente e inesorabilmente traballare la nostra mediocrità immobile che difende solo alcuni assunti religiosi. Al contrario, Gesù ha insegnato a preoccuparci della sofferenza di chi ci sta accanto, scrollandoci di dosso l’indifferenza, l’abitudine e la passività che intorpidiscono il cuore e la mente.
Di fronte alla passività dilagante di ampi settori della nostra società (e forse anche della Chiesa) siamo spronati a svegliarci, resistere, ribellarci. Dovremmo almeno provare a essere “altri”, cioè alternativi, mai identificati con l’andazzo disumano del resto del mondo.
Questo pensiero potrebbe prestare il fianco a interpretazioni di lotta di classe, quando invece si fonda su due certezze: l’uomo non ha perso e non potrà perdere la sfida all’umanizzazione del mondo e soprattutto la convinzione che lo Spirito di Dio continua ad agire nella storia e nel cuore di ogni individuo.
È possibile cambiare direzione all’andazzo generale della società a patto che i cristiani accolgano la sfida a essere lucidi e coraggiosi. Cosa manca oggi? Tantissimo senso morale che colmi il vuoto etico; una buona dose di solidarietà e calore umano di fronte a una pragmatismo senza cuore né anima.
Il brano di vangelo su cui stiamo riflettendo, se ben scrutato in tutte le pieghe e risonanze, condanna senza mezzi termini la frivolezza, la leggerezza la superficialità dei nostri antenati nell’avere ridotto la vita a pura dimensione terrena, a tal punto che “non si accorsero di nulla”.
A mio modesto avviso non c’è cosa peggiore che vivere secondo lo stile dello struzzo: non voler tenere gli occhi aperti sui problemi che si presentano e che vanno risolti attraverso un coinvolgimento personale, non lasciando margine all’indifferenza o addirittura al contraddittorio modus vivendi. Solo qualche esempio.
Lo stato promuove e gestisce tanti giochi di azzardo (vedi quante famiglie rovinate dai videopoker!), ma poi si condannano le persone coinvolte in frodi e affari disonesti; si educano i ragazzi alla competitività individuale e poi ci meravigliamo se i figli si disinteressano dei genitori anziani; ognuno si fa largo curando i propri interessi ma poi ci lamentiamo se siamo colpiti dalla solitudine. Se volete, continuate pure l’elenco delle situazioni paradossali…
Tutti percepiamo di aver smarrito l’orientamento e ci chiediamo cosa fare. Vi suggerisco, parafrasando, la soluzione proposta da Gesù: “Svegliatevi! Osservate bene quali valori state trascurando, cosa dovete cambiare, a quale aspetto della vita dovete dedicare più tempo ed energie”.

Ettore Sentimentale