COSÌ LA SICILIA IN ISRAELE PER L’ANNO CHE CORRE TRA DUE PAPI

Le tragedie del mare, le vicende dell’accoglienza, dell’ospitalità, dell’emigrazione, del diritto all’asilo di chi fugge da conflitti e guerre, impegnano il cristiano, “non possono essere sganciate da una questione di fede”. Così monsignor Domenico Mogavero, vescovo delegato dalla Cesi (la Conferenza episcopale siciliana) alla Pastorale dell’emigrazione, con riferimento alla Giornata Internazionale della fede che si terrà a Nazareth il 17 novembre e che chiuderà in Terrasanta l’Anno della Fede, la mobilitazione nel segno del Vangelo proclamata da Benedetto XVI e su cui la parola fine sarà apposta, a San Pietro a Roma, domenica 24, da Papa Francesco. Mogavero è presidente del Comitato etico dell’Opera siciliana pellegrinaggi (Osp) che, in occasione dell’evento che vedrà radunarsi nei luoghi in cui il Cristianesimo è nato, fedeli di ogni parte del mondo, promuove un tour “anche per celebrare lì il 50esimo del Concilio, che cade quest’anno”, informa Maria Chiarenza, che dell’Osp è il vertice operativo. Il pellegrinaggio, organizzato in tandem con il ministero israeliano del Turismo, si svolgerà dal 15 al 22 novembre. Domenica 17 la Giornata internazionale presentata stamani, a Roma. “La fede – afferma Mogavero – non può essere cosa da tavolino. Deve investire fino in fondo la vita di ciascuno”. Pertanto, “affermazioni del tipo ‘i migranti stiano a casa loro’, sono in contrasto con una pratica di fede”. La Giornata internazionale del 17, che avrà al centro una celebrazione officiata da monsignor Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme, sarà “un evento unico nella storia della Chiesa post-conciliare”, scrive l’Osp. All’organizzazione del raduno lavorano assieme, da mesi, la Chiesa italiana, il Patriarcato latino di Terrasanta e la Custodia di Terrasanta. Più in dettaglio, le Chiese latina, melkita, maronita, siroantiochena e armena, con la Chiesa madre di Gerusalemme. “Nazareth – riflette Mogavero – è il luogo dell’Annunciazione e dove Gesù ha vissuto fino a 30 anni. È il luogo in cui Dio si è fatto uomo assumendo su di sé la condizione dell’umanità”. Dunque, “essere cristiani significa fare nostri i problemi del nostro tempo, condividendoli. Non certo girarsi dall’altra parte”. Quanto al pellegrinaggio che chiuderà in Israele l’Anno della Fede (info: 091-307036), coloro i quali raggiungeranno i luoghi santi grazie all’Opera siciliana, faranno la prima tappa venerdì 15 novembre al monte Carmelo, nell’Alta Galilea, proclamato dall’Unesco Riserva della biosfera. Si recheranno quindi a Tabga, sulla riva del mar di Galilea. È qui che, secondo la tradizione, avvenne il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ed è qui che, dopo la Resurrezione, si narra avvenne il terzo incontro di Gesù con i discepoli. Qui, sorgono due chiese: quella della Moltiplicazione dei pani, sede di un monastero Benedettino, e quella detta Del primato di Pietro. Domenica 17 teatro delle celebrazioni sarà il Monte del Precipizio. A conclusione, è prevista una fiaccolata per Nazareth fino alla Basilica dell’Annunciazione. Il giorno successivo sarà la volta di Gerusalemme, della Valle del Giordano, di Gerico e del Monte della Quarantena. A Betlemme i pellegrini visiteranno la Basilica della Natività e il cosiddetto Campo dei pastori. A Gerusalemme si fermeranno al Muro del Pianto, si recheranno a Ein Karem, il quartiere in cui, secondo i testi sacri, vivevano santa Elisabetta e il marito Zaccaria e dove nacque Giovanni Battista. Visiteranno poi il Santo Sepolcro e si raccoglieranno nell’Orto degli Ulivi, sulla Tomba della Madonna e su quella di Re David che è però una sepoltura di epoca Crociata e potrebbe non essere il luogo, si racconta, in cui il grande sovrano ebreo che regnò su Israele per quarant’anni, fu realmente deposto.
Da segnalare ancora che per le giornate del 16 e 17 novembre sono in programma spettacoli musicali e laboratori d’arte in varie chiese e luoghi d’Israele. Per l’occasione, saranno disponibili alle visite anche siti archeologici finora chiusi.