FRANCESCO I COME PIO IX

La Chiesa Cattolica dopo il gesto rivoluzionario di Benedetto XVI ha resettato tutto e rapidissimamente è ripartita eleggendo il suo Papa che viene“dalla fine del mondo”:Jorge Mario Bergoglio, che ha scelto il nome impegnativo di Francesco I. Sembra un nome di un monarca hanno scritto sul blog di informazione politica, italia-politica.it, assomiglia a un Asburgo-Lorena o a un Borbone.“Possiamo dire tutto il bene o tutto il male contro il Vaticano e la Chiesa Cattolica, ma che si è dimostrata una amministrazione efficiente e reattiva, sia per l’aspetto temporale che spirituale lo dimostra il fatto che solo dopo 13 giorni dalle dimissioni del papa emerito Benedetto e già stato colmato il vuoto di potere. Al contrario della politica italiana che brancola nel buio!” E provocatoriamente si esprime un auspicio: “facciamo un referendum e RESTITUIAMO L’ITALIA AL PAPATO! Cosi saremmo amministrati da un centinaio di cardinali, invece che 965 deputati e senatori, e da un Monarca vestito di bianco, in quanto vicario di Cristo ci avvicinerebbe alla santità ed alla grazia di Dio. Pura utopia si è vero ma sognare non è proibito.” (G. Vullo, Francesco I…Papa dalla fine del mondo, 15.3.13 italia-politica.it)
Mentre sul blog della Comunità Ambrosiana, Marco Invernizzi, collaboratore di Radio Maria, a proposito dei commenti a proprio “interessati” di certa stampa ha scritto che l’elezione a pontefice di Papa Francesco viene subito in mente “quanto accadde al beato Pio IX all’inizio del suo pontificato (1846-1878). Il Pontefice era favorevole all’unificazione italiana, ma poi si opporrà decisamente, con tutto se stesso, quando si rese conto quali forze politiche e ideologiche stavano promuovendo il Risorgimento. In quei primi anni, i dirigenti delle forze rivoluzionarie davano ordine di scrivere sui muri e di fare circolare lo slogan: ‘viva Pio IX’.
Ma i veri cattolici avrebbero compreso presto dove stava il trucco e risposero, semplicemente: viva il Papa! Ossia, viva il Papa, chiunque sia”.(M. Invernizzi, newsletter n.87, Viva il Papa!, 14.3.13, comunitàmbrosiana.org)
Chi oggi cerca di tirare per la veste il nuovo Papa e di sapere quello che lui farà, dovrebbe leggersi il suo Magistero e poi quello dei Papi che lo hanno preceduto, noterà che non è poi tanto diverso, anzi, forse per certi temi, come quello della presenza del male, del diavolo nel mondo è abbastanza più rigoroso.
Certamente ad ogni nuova elezione di un pontefice ci sono inquietudini, preoccupazioni, incertezze sul futuro della Chiesa, è successo anche al tempo del marchese Vincenzo Mortillaro, quando nel 1878 moriva Pio IX. Alla notizia appena diffusa per Roma, iniziò subito la costernazione. Tutti piansero, anche “i nostri liberaloni (…) speranzosi bensì che il nuovo pontefice avesse assomigliare al defunto” scrive Mortillaro nelle Spigolature Storiche. Nella silloge antologica, su Mortillaro, offerta da Tommaso Romano nel suo volume, “Contro la rivoluzione. La fedeltà”, edito da ISSPE, 2011 Palermo, ci sono dei passaggi interessanti sul tempo che stava vivendo il marchese Mortillaro, ma che per certi versi ci ricordano straordinariamente il momento attuale che sta attraversando la nostra società e quindi la Chiesa. “Tutti i secoli manifestano un carattere particolare e distintivo (…) il nostro secolo piglierà il titolo di ‘Secolo dei ladri’, di mentitore, composto di anni pieni d’infamia!” Viviamo in un secolo, (il marchese si sta riferendo al suo secolo) filosofesco, rovesciatore d’ogn’ordine, secolo di orgogliosa ignoranza, di presunziosa scienza.
Oggi viviamo il tempo in cui “la terra è inondata di perverse dottrine, le quali hanno inaridito le menti, guastato i cuori, ammorbato il mondo, suscitando miriadi di persecutori della fede, tolte le dighe salutari che infrenano le passioni, e il pudore ha fatto divorzio dal consorzio degli umani, c’è gente che si duole che il Vicario di Cristo incessantemente condanni il male, e gridi imperterrito contro l’empietà trionfante!”.
Nella nostra società è stata “messa da parte la fiaccola della fede, il mistero dell’umano destino preoccupando stortamente le appassionate intelligenze, non ha fatto che tormentare le coscienze degli uomini con istolte teorie, le quali urlandosi e contraddicendosi hanno confuso le menti e dirittura; avendo voluto fare della religione una filosofia, e della filosofia una religione”.
Certi cattolici spingono perchè la Chiesa sia accomodante e conciliante con “tutti i principi sovvertitori impiantati, a tutte le distruzioni sacrilegamente consumate”, così che i “principi e le libertà proclamate nel 1789 debbono sorreggere, servendole di base, la società moderna progressiva”, scrive Mortillaro. Insomma questi liberi pensatori,volteriani, atei, complici dell’attuale caos rivoluzionario, vogliono l’estinzione intera del cattolicesimo; e pretendono di non aver bisogno di Dio”. Più avanti Mortillaro si domanda se è possibile una conciliazione con questa gente? “Può senza meno la conciliazione venire in politica sul campo della discussione; ma alla religione di Cristo non può togliersi né aggiungersi un jota. La religione cattolica è necessariamente inflessibile ed indomabile, ed è più impossibile il cambiarla che spegnerla”. E ancora: “è possibile transigere e conciliarsi Cristo con Belial – la Verità colla menzogna – il delitto con la virtù? (…). La Chiesa non può fare plauso alla libertà assolvendone gli errori, ed approvandone le colpe, e protesta sempre contro la codarda teoria dei fatti compiuti”. Pertanto, “la Chiesa può perdonare coloro, che portando una mano sacrilega sur essa, l’hanno spogliata di tutto; ma concilarsi non già; perché conciliarsi significherebbe abbandonare la verità e seguire l’errore”. Insiste il Mortillaro nei ‘Frammenti di Storia Contemporanea’ :“La Chiesa non ha nulla a temere ogni secolo l’ha visto vincere, abbattere e seppellire i suoi nemici. E’ un fatto consacrato dalla storia, che tutti gli avversari primarii della Chiesa hanno finito troppo amaramente la vita, puniti in modo visibile dalla giustizia divina (…)”.

DOMENICO BONVEGNA