Whitney Houston, si è spenta una stella

"Non aveva barbiturici sul comodino nè cocaina nel cassetto. Neanche erba nella borsetta, come quando insieme al marito Bobbi Brown fu arrestata alle Hawaii, nel 2000. Whitney Houston – scrive Repubblica – è morta a 48 anni – nella vasca da bagno, sembra – senza una ragione apparente, alla vigilia dei Grammy, la grande festa della musica americana. L’hanno trovata senza vita alle tre di pomeriggio al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, lo stesso albergo dove Clive Davis, il magnate della discografia che l’ha lanciata e sostenuta anche quando non era più la stella più luminosa del firmamento pop, aveva organizzato uno dei suoi rinomati party pre-Grammy di cui lei come sempre sarebbe stata regina. ‘Niente che faccia pensare al suicidio o ad abuso di sostanze’, ha detto Mark Rosen, tenente della polizia di Beverly Hills. Ci vorranno settimane prima che gli esami tossicologici siano pronti, ma da anni la diva di I will always love you aveva problemi di dipendenza da alcol e droga. Talmente macroscopici che lo scorso maggio la sua portavoce aveva ufficializzato il ricorso a un centro di riabilitazione.
Figlia di Cissy Houston, blasonata corista delle Sweet Inspirations, cugina di Dionne Warwick, tenuta a battesimo da Aretha Franklin, l’artista debutto’ nel 1985 con un album che divento’ immediatamente campione d’incassi. Alla carriera da fotomodella, che si annunciava folgorante, l’avevano strappata i Material, il gruppo jazz-funky che la scelse per cantare Memories, una ballata fulminante firmata da Robert Wyatt e sottolineata dal sax di Archie Shepp. L’ascesa fu inarrestabile. Whitney divento’ la soul singer numero uno a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta: 170 milioni di copie vendute, 11 singoli al top delle hit parade, 6 Grammy, una irrinunciabile chiamata da Hollywood per un film di cassetta, La guardia del corpo, nella cui colonna sonora, I will always love you, Whitney sfoggia un melisma che e’ ancora il piu’ imitato da nuove dive soul e debuttanti da talent show. Aveva tutti i numeri per diventare la nuova Aretha Franklin, ma qualcosa nella sua vita e’ andato storto. Fin dall’inizio. Kevin Ammons, cantante e compagno di Regina Brown, sua portavoce negli anni d’oro, svelo’ nel 1996 i retroscena di una vita piena di misteri, fragilita’ e scelte artistiche azzardate fatte da un padre mafioso e autoritario. Good Girl, bad girl, la velenosa biografia di Ammons, fu unanimemente condannata, ma raccontava molte verita’; ad esempio i particolari di una tormentata love story tra Whitney e Robyn Crawford, amica d’infanzia e sua assistente negli anni del boom, che tento’ il suicidio quando la diva opto’ per un amore eterosessuale e nel 1992, in piena estasi da Bodyguard, sposo’ Bobbi Brown, dal quale avrebbe avuto la figlia Bobbi Kristina, che ora ha 18 anni. Carattere fiero e ostinato, Houston, travolta dalla gloria, rifiuto’ persino di seguire i consigli del suo dottore: ‘Se continuerai a cantare in quella maniera indisciplinata resterai senza voce’. Fu proprio la difficolta’ a sostenere un intero concerto che comincio’ a far intuire una vita di eccessi: malamore, cocaina, malcelata aggressivita’, inaffidabilita’. In pieno declino, nel 2004, si espose in un penoso reality televisivo, Being Bobbi Brown, che mostro’ all’America non solo i limiti di un matrimonio ma anche il disagio psicologico di una star alla deriva. Dionne Warwick, sconvolta, fece un appello in tv: ‘Mia cugina ha bisogno d’aiuto’. A tutti sembro’ un’idea stravagante, ma non aveva torto. Clive Davis, amico ma prima di tutto business man, l’ha resuscitata piu’ volte e a fatica con travagliati prodotti discografici all’altezza degli esordi (l’ultimo, I look at you, e’ del 2009). I colleghi l’hanno difesa e protetta (nel 1998 il soul singer Luther Vandross in un’intervista a Repubblica disse: ‘Nessuno puo’ osare mettere in discussione Whitney, e’ la regina del pop’) anche quando era chiaro che l’artista era in preda a demoni che ne’ amici ne’ parenti potevano piu’ esorcizzare. Whitney ne era consapevole. Nel 2002, ospite con suo marito (avrebbero divorziato nel 2006) nel talk show di Diane Sawyer, disse: ‘Il peggior demonio sono io. Sono la mia migliore amica e la mia peggiore nemica’. The show must go on. Clive Davis non ha rinunciato al suo party, dove sabato tutti hanno cantato per lei. E anche alla consegna dei Grammy, ieri sera allo Staples Center di Los Angeles, Whitney e’ stata regina. Per l’ultima notte".