WWF, AGRICOLTORI CUSTODI DELLA BIODIVERSITà CON ACCORDI AGROAMBIENTALI D’AREA

Coniugare agricoltura e tutela della biodiversità attraverso il coinvolgimento diretto degli agricoltori nella salvaguardia delle aree naturali protette grazie ai cosiddetti ‘accordi agroambientali d’area per la tutela della biodiversità’: è il modello promosso dalla Regione Marche ed attuato dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini in collaborazione con il WWF, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, per un’agricoltura sostenibile ed amica della biodiversità.

Il modello marchigiano, presentato a Bari in occasione di ‘Mediterre’, il cantiere euromediterraneo della sostenibilità promosso dalla Regione Puglia e Federparchi, è per il WWF un esempio su come utilizzare in modo efficiente ed efficace le risorse finanziarie messe a disposizione per la tutela della biodiversità dall’Unione Europea attraverso la Politica Agricola Comune (PAC).

La riforma della PAC, in discussione al Parlamento europeo, ha tra le sue priorità la conservazione della biodiversità, con l’introduzione del greening nel primo pilastro, e indica la tutela degli ecosistemi tra gli obiettivi delle misure del secondo pilastro attraverso una efficace gestione della rete Natura 2000.

“L’esperienza della Regione Marche è innovativa perché basata sulla partecipazione diretta degli agricoltori nella gestione della azioni necessarie per attuare le misure di salvaguardia all’interno dei siti Natura 2000 coinvolti negli accordi agroambientali, un modello che il WWF ha presentato all’Unione Europea come buona pratica da introdurre anche nel greening previsto dalla riforma della PAC in discussione al Parlamento europeo” ha dichiarato Franco Ferroni, responsabile Policy Aree Protette, Biodiversità e Agricoltura del WWF Italia.

“Come WWF abbiamo subito colto la novità degli accordi agroambientali d’area per la tutela della biodiversità promossi dalla Regione Marche ed abbiamo proposto al Parco Nazionale dei Monti Sibillini la realizzazione di un primo progetto sperimentale, in collaborazione con le Associazioni agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Copagri)”.

La collaborazione tra Ente Parco, agricoltori e ambientalisti nella gestione di tutte le fasi dell’accordo agroambientale rappresenta la novità della sperimentazione nell’area del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

ALLARGARE I DESTINATARI DEI BANDI: TRE ERRORI DA CORREGGERE. Per raggiungere gli obiettivi dell’accordo agroambientale e rispondere in modo efficace alle aspettative delle numerose aziende agricole coinvolte è necessario però risolvere alcuni problemi nella gestione dei bandi che l’Assessorato Agricoltura sta predisponendo per l’attuazione delle diverse misure e correggere alcuni evidenti errori nella loro impostazione.
1. La misura sull’informazione agli agricoltori, a esempio, si limita al coinvolgimento degli imprenditori che già hanno aderito all’accordo agroambientale d’area approvato, escludendo la possibilità di coinvolgere subito anche altri agricoltori potenzialmente interessati a un allargamento dell’accordo nei prossimi bandi (un limite che il progetto per i Monti Sibillini propone di superare già in questa prima sperimentazione).
2. Tra i temi dell’attività informativa degli agricoltori coinvolti non sono previsti la biodiversità e la finalità dei siti Natura 2000, temi affrontati solo indirettamente attraverso la presentazione delle regole della condizionalità e le tecniche agricole compatibili: un evidente paradosso per accordi agroambientali dedicati alla tutela della biodiversità.
3. Il bando per gli interventi non produttivi (realizzazione di siepi e stagni, collocazione di nidi artificiali per uccelli e pipistrelli, interventi d’ingegneria naturalistica per prevenire dissesti idrogeologici) prevede la realizzazione delle azioni solo all’interno dei siti Natura 2000, escludendo una parte rilevante del territorio ricadente nell’accordo agroambientale approvato e di conseguenza tutte le aziende agricole interessate.

Il WWF auspica che questi ed altri problemi emersi nella prima sperimentazione ancora in corso degli accordi agroambientali siano rapidamente risolti dalla Regione Marche in vista della pubblicazione dei prossimi bandi, per non compromettere l’attuazione di un’esperienza innovativa che dovrebbe essere replicata in altre Regioni e potrebbe divenire un riferimento per la futura PAC 2014 – 2020.

Coldiretti, Ager, WWF Italia, Regione Marche e Regione Sicilia, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, hanno per questo presentato all’Unione Europea un progetto LIFE Comunicazione finalizzato proprio alla diffusione dei risultati conseguiti con questa prima esperienza e promuovere l’avvio degli accordi agroambientali per la tutela della biodiversità in altre 11 regioni italiane.