Sanremo: Avvenire, nella faccenda Celentano la Rai rischiare di perdere

Nonostnte la notizia che Celentano devolverà in beneficenza i 700mila euro per la sua presenza al festival di Sanremo, la vicenda per Marco Tarquinio, direttore del giornale dei vescovi Avvenire resta una brutta faccenda. Conosco, ovvio, le regole dello spettacolo e dello spettacolo sponsorizzato: bisogna calamitare attenzione, bisogna attirare investitori. Per la Rai, in soldoni (è il caso di dirlo), i tanti quattrini dati a un popolare cantante-mito -dice Tarquinio rispondendo alle molte lettere indignate dei lettori- sono la base per ottenerne molti di più da chi fa pubblicità. In un gioco così ci guadagnano tutti, si dice. Tutti, già. Tranne quei cittadini-pagatori di canone che si fanno le domande e sviluppano i ragionamenti ai quali, qui, sto provando a rispondere anch’io’.
‘Vado al punto: temo proprio -scrive Tarquinio- che alla fine a farci la figura peggiore sarà il servizio pubblico radiotelevisivo, anche se vincerà di nuovo la partita degli ascolti e degli introiti. Il Molleggiato, infatti, avrà gratuitamente preso e gratuitamente dato, gli sponsor saranno soddisfatti e si sentiranno anche un po’ piu’ buoni, tutti saremo edificati dal disinteresse guascone del piu’ originale e incantatore degli inaffondabili della grande canzonetta italiana, ma la Rai nella testa di tanti – che cambino o non cambino canale o addirittura arrivino a spegnere la tv – restera’ quella che in tempo di duri sacrifici continua a elargire cifre da capogiro ai soliti noti’.
‘E i piu’ attenti annoteranno anche che mentre con una mano da’, con l’altra toglie: chiudendo sedi giornalistiche nel sud del mondo che in un anno costano la meta’ del cachet che una star incassa per una serata… Ho stima per chi regge il timone dell’azienda di Viale Mazzini in questa fase complicata e di vorticosa (e disorientante) evoluzione sul piano della dialettica politico-gestionale interna. Proprio per questo mi auguro -afferma Tarquinio- che riesca a ribaltare anche questa tendenza e a restaurare, interpretandolo compiutamente, il ruolo civile e culturale della Rai. Non sarebbe solo un buon messaggio per tutti noi, sarebbe un autentico servizio pubblico’.
Tarquinio conclude con un post scriptum: ‘Un modo per avviare un recupero non solo spettacolare e all’insegna della gratuita’ piu’ piena forse ci sarebbe. Ed e’ gia’ stato suggerito su queste colonne da un nostro lettore, volontario dell’Associazione italiana dei donatori di organi: portare a Sanremo come ospite anche la canzone ‘Vivo con te’ e la storia di donazione di Alessio e Camilla’.