Tide of Sound: la band senza confini nata nella e dalla pandemia

Un nome scelto dai follower su Instagram, ToS – Tide of Sound, per una band che ha preso vita nella e dalla pandemia proprio su questo social network. Una marea di suono senza confini unendo America Latina e Italia in una sorta di “intelligenza di rete”, una connessione di talenti diversi attraverso i social network, trasformando l’angoscia in forza creativa attraverso la musica.

“E proprio in questo periodo l’importanza della musica e dell’arte in generale è emersa in tutta la sua forza — ha commentato Mario Lepore, ideatore di questa collaborazione — perché, attraverso le reti digitali, ha tenuto compagnia a milioni di persone, aiutando a impiegare il loro tempo in maniera costruttiva. Chi ha suonato il proprio strumento, chi ha iniziato a suonare uno strumento, chi semplicemente ha ascoltato musica, chi, come noi, ha sfruttato quest’occasione per suonare insieme ad altri musicisti anche se ognuno dalle proprie case. In effetti sono nate tantissime iniziative di musica collaborativa, quello che differenzia la nostra è che è nata tra persone che non si erano mai viste prima e che si sono conosciute solo grazie alla forza della loro musica su Instagram. Nessuno di noi conosceva l’altro. E nata così dal nulla ma sembra che siamo affiatati e che suoniamo insieme da una vita.”

Questa cover è stata ideata e diretta da Mario Lepore, project manager presso un centro di ricerca dell’Università degli Studi di Salerno, atleta e istruttore di Calisthenics, con un grande seguito su Instagram.

Con lui, l’interprete Carlotta Sarina, diciotto anni, studentessa del Liceo Musicale Attilio Bertolucci di Parma che nel 2019, per circa due mesi, è stata in tour in Cina con l’Orchestra Filarmonica Campana, suonando in ventotto teatri in altrettante città. Vice Valdivia, chitarrista nato a Santiago del Cile, suona la chitarra da quando aveva dieci anni, la musica è una parte essenziale della sua vita.
Anderson Dias, batterista nato a Porto Alegre in Brasile. Ha cominciato a suonare la batteria all’età di quattordici anni. Ha imparato da autodidatta e all’età di diciannove è diventato insegnante.

Il loro primo video è una cover dei Muse: Dead Inside scelto da Mario, dopo aver ascoltato la voce di Carlotta intonare e interpretare al pianoforte Natural degli Imagine Dragons, decide di coinvolgerla in questa band senza confini e, sempre tramite Instagram, la invita a cantare per lui Dead Inside coinvolgendo gli altri due musicisti.

“Abbiamo scelto questa canzone — ha concluso Mario — perché abbiamo scoperto che non siamo nemmeno padroni di quella vita che abbiamo dato per scontato. Nessuna uscita con gli amici. Nessun allenamento in palestra. Nessun lavoro. La base della società è stata spazzata via in poche settimane. Società basata su uno stile di vita arrogante che ha dato tutto per scontato. E le nostre abitudini hanno costretto a cambiare anche per il futuro. Tutto questo a causa di un nemico invisibile, un virus, a cui non importa se sei ricco o povero, se sei bianco o nero, se devi sposarti o andare in vacanza. Tutte le cose che sono state date per scontate sono state messe in discussione. La morte che molti di noi in precedenza pensavano fosse qualcosa di estraneo, che non ci appartenesse, ora è una realtà quotidiana. La paura di aver scoperto di essere così fragili ci accompagnerà anche nel futuro.”

Questo gruppo musicale senza confini è una storia di rinascita creativa, un piccolo esempio di quella intelligenza di rete che dovrebbe attivarsi in ognuno di noi per superare l’angoscia della pandemia. Un lieto fine prima ancora della fine di questo terribile calvario che tanto male sta portando, ma che ci lascia con l’idea che da ognuno di noi possa attivarsi qualcosa di forte, di bello, di profondo come il suono di queste note.

“Morti dentro” ma solo per rinascere nel nuovo mondo, un passaggio di stato che richiede dolore, forza e fiducia, ma che varrà la pena di essere vissuto.