Elena Arvigo all’Argot Studio con il suo nuovo spettacolo, “ELENA” di Ghiannis Ritsos, dal 15 febbario

“Ah, sì, quante battaglie, eroismi, ambizioni, superbie senza senso, sacrifici e sconfitte e sconfitte, e altre battaglie, per cose che erano state già decise da altri in nostra assenza. Eppure – chissà –

là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo tra ferri arrugginiti e ossi di tori e di cavalli, tra antichissimi tripodi su cui arde ancora un po’ d’alloro e il fumo sale nel tramonto sfilacciandosi come un vello d’oro”.

Elena Arvigo, interprete intensa e attenta indagatrice dell’animo femminile, arriva a Roma – all’Argot Studio, dal 15 al 18 febbraio – con il suo nuovo spettacolo, “ELENA” di Ghiannis Ritsos, traduzione di Nicola Crocetti, diretto e interpretato da Elena Arvigo, che sul palco è accompagnata da Monica Santoro.

Chi è Elena? La guerra è forse sempre un inganno? Chi sono gli eroi? E dopo la guerra, cosa rimane? In questo viaggio ogni nuovo pensiero mette in discussione il precedente. “Elena” è il racconto di un viaggio nel tempo che solo il mito ci concede di fare e rifare per rinnovare il senso e la coscienza di ciò che fu.

ELENA è un poemetto, ispirato al personaggio mitico di Elena, regina di Sparta, moglie di Menelao, e fa parte della raccolta °Quarta dimensione”. La forma scelta da Ritsos è quella del monologo drammatico: un discorso che prende vita spesso dai ricordi, sciolto in versi e rivolti ad un personaggio che resta una muta presenza sulla scena. È stato scritto da Ritsos durante gli anni di detenzione nei campi di concentramento di Karlovasi (Samo) durante il regime militare dei colonnelli, che presero il potere in Grecia dal ‘ 67 al ‘ 74. Nel testo originale, il monologo è l’unico che presenti, davanti al nome dell’eroina, l’articolo determinativo: ‘H ‘Eλένη, quasi a dire: “proprio lei, Elena, la mia Elena”». L’Elena di Ritsos, vecchissima, dall’età indefinibile, immersa nei ricordi, riflette sul passare del tempo che tutto travolge; rievoca disincantata e lucidissima l’antico splendore; si duole dell’inevitabile perdita di senso delle cose: «a poco a poco le cose hanno perso senso, si sono svuotate; /d’altronde ebbero mai alcun senso?». Ritsos attraverso il suo teatro-poesia che reincarna i miti –libera Elena dal suo stesso mito e concede alla propria amata attrice la possibilità di essere un diverso personaggio: una donna.

In questa eterno naufragio c’è qualcosa che si salva: la desolata e inspiegabile bellezza di tutti quegli eventi che sembravano insignificanti e quel mistero vitale e inspiegabile   che si nasconde dentro ogni umano “resistere”: “Eppure – chissà – là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.”

 

La destinazione ideale per ogni monologo è proprio il teatro, mimesis ma allo stesso tempo metafora e allegoria della vita inteso come luogo di incontro, luogo di espressione di un pensiero capace di trasformare e di incentivarne l’azione politica. Il Teatro, luogo in cui si può rinnovare il racconto della storia umana, della bellezza dell’uomo.

 

Questo spettacolo fa parte del progetto “Le Imperdonabili”, inaugurato da Elena Arvigo nel 2013 su figure di donne, testimoni scomode mitiche e reali, del loro tempo, l’atto giornalistico e l’atto poetico diventano così simbolo e testimonianza di una resistenza, prima di tutto, del pensiero.

 

Ghiannis Ritsos (1909 -1990) cantore delle sofferenze del popolo greco, della sua estrema povertà, delle battaglie civili e sociali della Grecia.  Ha lottato sempre dando luogo a una poesia civile rievocando il mondo mitico della tradizione classica. Ritsos, proposto 9 vote al premio Nobel per la letteratura, vinse nel 1975 il premio Lenin per la pace.

 

Elena Arvigo, attrice e regista, diplomata alla scuola del Piccolo teatro di Milano, recentemente insignita dal premio nazionale Le maschere del teatro italiano 2023 come miglior interprete di monologo per: “I monologhi dell’atomica “tratto da “Preghiera per Chernobyl” di Svetlana Aleksievich.

 

Monica Santoro attrice, cantante e musicista, diplomata all’Accademia statale di Arte drammatica di San Pietroburgo -dal 2007 al 2016 ha lavorato al Teatro Laboratorio di Pjotr Fomenko. Attualmente collabora con diverse realtà italiane.

 

Lo spettacolo che ha debuttato il 16 Gennaio 2024 in prima nazionale al Teatro Out Off di Milano, sarà a Roma all’Argot Studio dal 15 al 18 febbraio 2024 e poi continuerà la tournée in festival estivi.

 

 

INFO

Via Natale del Grande 27 00153 Roma (Trastevere)
tel 06.5898111
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ORARIO BOTTEGHINO

Dal martedì al sabato dalle ore 18.00 alle 20.00 – domenica dalle ore 15.00 alle 17.00

Prenotazioni telefoniche:

Dal lunedì al venerdì dalle ore 10.30 alle 17.30 – sabato dalle 18.00 alle 20.00 – domenica dalle 15.00 alle 17.00

Prenotazioni online: info@teatroargotstudio.com

ORARIO SPETTACOLI

Dal giovedì al sabato ore 20:30 – domenica ore 17:30

COSTO BIGLIETTI 10 euro intero – 8 euro ridotto

Tessera associativa stagionale (obbligatoria) al costo di 5€Per partecipare agli eventi artistici e alle attività culturali organizzate da Argot Studio è necessario effettuare il tesseramento inserendo i dati personali richiesti. Per procedere alla compilazione del form clicca qui: bit.ly/Tesseramento_ArgotStudio