IMMIGRAZIONE: SICILIA, A TEATRO TUTTA LA PROFONDITÀ DEL MARE

Crocevia di storie, contaminazioni e sogni sommersi, dove il blu diventa il colore della salvezza e il rumore delle onde scandisce il desiderio di libertà; perché il Mar Mediterraneo non è solo il luogo in cui naufragano gli orrori delle cronache quotidiane, ma è anche simbolo della rinascita e della volontà di non perdere quello zaino fatto di ricordi e di istanti vissuti nei luoghi dai quali si è costretti a scappare. È questo il tema interpretato dagli artisti dell’associazione culturale Isola Quassùd con lo spettacolo teatrale “Blue Pro/fundus – studio per un rinascita” andato in scena sul palco di Scenario Pubblico, a Catania. «È un invito a riflettere sulla necessità e l’urgenza di restituire a questa contemporaneità il vero senso della vita – spiega la regista e direttrice dell’associazione Emanuela Pistone – con l’intento di riportare dalla profondità del nostro “mare”, inteso come simbolo della coscienza collettiva, una visione costruttiva di un modello sociale non più schiavo della frenesia e dell’apparenza, ma fondato sull’interculturalità e sulla condivisione».
Una performance che è riuscita a coniugare, attraverso una studiata sperimentazione, diversi linguaggi narrativi: quello dell’espressione corporea della coreografa e attivista sudafricana Mamela Nyamza; quello audiovisivo della giovanissima Giada Bellini e di Michele Truglio; quello verbale della regista catanese Emanuela Pistone, integrando la creatività e anche l’emozione della “prima volta sul palco” dei giovani stranieri migranti Abdoulie Razaka Saidu (Nigeria, 18 anni), Diallo Boubacar (Senegal, 20 anni) e Favol Jonxon; e degli attori italiani Yrghalem Teferi Abraha, Claudia Maria Ascanio e Stefania Arianna Di Pietro. Lo spettacolo conclude la rassegna di attività, incontri e workshop del progetto Pro/fundus – storie di un altro mondo, vincitore del bando “MigrArti 2017 sezione spettacolo” del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.