Che le Donne possano essere la scintilla del cambiamento del nostro paese, continente, mondo

<<Il 18° Premio Casato Prime Donne manda un messaggio forte sul ruolo femminile nella costruzione del dialogo con il mondo islamico e il rifiuto del terrorismo>> dice Donatella Cinelli Colombini presidente della giuria presentando Chaimaa Fatihi musulmana di 23 anni che ha avuto il coraggio di dichiarare apertamente il proprio odio per chi uccide in nome della sua stessa fede. Chaimaa è una pacifista che porta il velo come segno di devozione nonostante venga spesso attaccata per questa sua scelta.
La cerimonia di premiazione avverrà il 18 settembre a Montalcino nel teatro degli Astrusi appena restaurato dall’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Silvio Franceschelli. La giuria composta da Donatella Cinelli Colombini, Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione, ha ancora una volta scelto chi fa scelte coraggiose e apre alle donne un nuovo ruolo nella società.

Come le vincitrici delle passate edizioni del Premio – Samantha Cristoforetti, Sandra Savaglio, Giusi Nicolini … anche Chaimaa ha scritto una dedica che rimarrà al Casato Prime Donne di Montalcino, la prima cantina con un organico di sole donne. Le frasi, in italiano e inglese, delle vincitrici formano un percorso meditativo naturalistico nella campagna che l’Unesco ha iscritto nel patrimonio dell’umanità.
La dedica di Chaimaa Fathihi, in italiano arabo e inglese, sarà accompagnata da un’istallazione di arte contemporanea creata da Roberto Turchi.

<<A tutte le Donne del mondo, che sanno farsi forza e non mollano mai di fronte alle paure, ai pregiudizi, all’odio e alla violenza. Alle madri, alle figlie, alle sorelle, nonne e zie di ogni nazione, fede e pensiero, che non temono l’incontro, la condivisione e la reciproca solidarietà femminile che le caratterizza. Che le Donne possano essere la scintilla del cambiamento del nostro paese, continente, mondo>>

CHAIMAA FATIHI
Di profonda fede islamica, studentessa di giurisprudenza all’Università di Modena. E’ arrivata in Italia dal Marocco quando aveva cinque anni e si sente italiana. Ha scelto di studiare legge per seguire le orme del padre che si è laureato in giurisprudenza prima di emigrare a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, dove gestisce un’agenzia di viaggio mentre la madre lavora in ospedale. Minuta, con il velo in testa, profondamente religiosa e osservante della legge coranica Chaimaa ha dovuto spostarsi a Brescia per frequentare ragioneria e anche adesso all’università c’è chi la guarda con sospetto, specialmente dopo gli attentati. Da piccola ha vissuto lo sradicamento di chi si sente italiana in Marocco e marocchina in Italia. E’ arrivata sulle prime pagine dei grandi quotidiani per aver avuto il coraggio di scrivere una lettera aperta ai terroristi condannando le loro atrocità da araba credente. Un gesto che ha fatto di questa giovane donna gentile e assolutamente fedele alla Legge Coranica un simbolo di pace ma, purtroppo, anche un bersaglio, per gli integralisti contrari al dialogo. Con lei emerge un nuovo possibile ruolo delle donne nel mondo islamico <<una scintilla di cambiamento>> come la definisce Chaimaa grazie all’importanza della spiritualità, dei sentimenti di tolleranza e nostalgia che possono diventare strumenti decisivi nella lotta al terrorismo. Un fenomeno apparentemente in crescita come dimostra la presenza di donne musulmane alle Messe a suffragio di Jacques Hamel parroco barbaramente ucciso a Rouen.
Chaimaa Fatihi ha scritto un libro Non ci avrete mai. Lettera aperta di una musulmana italiana ai terroristi (Rizzoli 181 pagine)

I VINCITORI DEI PREMI GIORNALISTICI E FOTOGRAFICI

Premio sul tema “Io e Montalcino” interpretazione personale, anche in chiave fantastica e favolistica di Montalcino nei suoi aspetti storici, culturali, paesaggistici e agricoli, è stato assegnato a Giuseppe Casciaro per l’articolo Dall’albergo vicino a Montalcino un panorama suggestivo. Castello di Velona pubblicato su “Repubblica”. Casciaro è un grandissimo giornalista con un lungo passato nella cronaca italiana. Capo redattore dei supplementi del quotidiano romano ha messo a frutto la sua formazione eclettica spaziando dalla salute ai viaggi sempre con competenza e grande sensibilità. Il suo articolo su Montalcino è una breve cronaca di viaggio, ironica, incalzante ma anche capace di affascinare e stupire i lettori che già conoscono i luoghi.

Premio Consorzio del Brunello sul tema “Il Brunello e gli altri vini di Montalcino” per giornalisti italiani o stranieri specializzati nel ramo vitivinicolo è stato consegnato a Bruno Gambacorta dal Presidente del Consorzio Patrizio Cencioni, per il servizio televisivo intitolato 50 anni della DOC trasmesso in TG2 Eat Parade. Amico di Montalcino e del Brunello da lunga data, Gambacorta ha un modo tutto suo di rendere televisiva l’enogastronomia trasformando le notizie in flash veloci che calamitano il pubblico per poi proporgli veri e propri quadri d’ambiente dove le interviste e le immagini colgono l’essenza dei fatti. Ecco che la sua profonda competenza sull’Italia più “buona” ha fatto del suo Eat Parade il programma cult dei wine lovers e ovviamente dei Brunello lovers.

Premio “Montalcino la sua storia, la sua arte e il suo vino” per opere a firma femminile a Filippa Lagerback per il servizio televisivo intitolato In bici con Filippa: Montalcino trasmesso in “Bike Channel” nell’ottobre 2015. Volto televisivo molto noto, Filippa è qui il veste di conduttrice in un viaggio in bicicletta che porta i telespettatori alla scoperta del territorio del Brunello. La Lagerback è una sostenitrice della mobilità sostenibile, e del green come <<educazione, come forma di liberazione, di giustizia, di sport ….. Come stare bene dentro e fuori>> Un turismo lento e attento che a Montalcino trova la sua destinazione ideale.

Premio per fotografie sul tema “Genti e terre dei vini Brunello e Orcia” il vincitore viene scelto da una giuria che vota on line fino al 4 settembre usando il pannello del sito www.cinellicolombini.it La scelta è fra le 5 immagini finaliste scelte dalle giurate del Premio Casato Prime Donne. Il 2016 segna una evoluzione nel modo di fotografare la bellissima campagna a sud di Siena con un maggior ricorso al “racconto” e alla quotidianità riscoperta attraverso particolari che la luce rivela senza mai forzare il rispetto del vero.

• Claudio Calvani, Toscana, del I° giugno 2016
• Maurizio Rellini San Quirico d’Orcia – Luglio, Calendario Toscana 2017 pubblicato nel novembre 2015
• Maurizio Rellini San Quirico d’Orcia – Dicembre, Calendario Toscana 2017 pubblicato nel novembre 2015
• Andrea Rabissi Discreta …presenza pubblicato in www.montalcinonet.it il 30-5-2016
• Samuele Tronchi, Ora et Labora Siena International Photo Awards Mostra Beyond the lands Ott-Nov 2015

PROGETTO PRIME DONNE
Il Progetto Prime Donne è nato quando Donatella Cinelli Colombini ha lasciato l’azienda di famiglia, fra quelle più antiche e importanti del Brunello, per crearne una che porta il suo nome. Nel 1998 i genitori le dettero due proprietà da ristrutturare – il Casato a Montalcino e la Fattoria del Colle a Trequanda – e del vino 1993,94,95, 96 e 1997 che, negli anni successivi, sarebbe diventato Brunello. Proprio per curare questo vino Donatella cercò un cantiniere nella scuola di enologia di Siena ma le dissero di no, che bisognava prenotarlo in anticipo. Quando chiese una cantiniera la risposta fu invece positiva e arrivò un’intera lista di candidate che le cantine rifiutavano preferendo i maschi. Da questo episodio e dalla necessità di dimostrare che il grande vino ha bisogno di intelligenza e passione ma non di muscoli, nacque l’idea di una cantina con un organico di sole donne, la prima in Italia che in pochi anni ha raggiunto il successo internazionale.
A questo progetto si unì un Brunello selezionato da un panel di assaggiatrici donne: la Master of Wine Rosemary George, l’esperta di vino tedesca Astrid Schwarz, una delle migliori sommelier italiane Daniela Scrobogna e la Pr italo-americana Marina Thompson. Ogni anno, in una degustazione cieca, scelgono il vino, le botti e i tagli per produrre un Brunello di “stile femminile”. Un vino che, tuttavia, piace anche agli uomini e anzi ottiene altissimi punteggi da parte dei wine critics più importanti.
Due progetti che insieme al Premio Casato Prime Donne costituiscono testimonianze concrete dell’impegno femminile nel vino e della volontà delle donne di dare un contributo allo sviluppo dei distretti viticoli e alla società tutta.