VENDITE AL DETTAGLIO: A FEBBRAIO TORNA IL SEGNO PIÙ, MA “LA DOMANDA RESTA DEBOLE”

Dalle stime preliminari dell’Istat emerge un aumento dello 0,7% in valore e dello 0,4% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è un aumento del 4,3% in valore e dell’1,9% in volume.

Dopo il passo falso di gennaio, a febbraio torna il segno più per le vendite al dettaglio, cresciute dello 0,7% in valore e dello 0,4% in volume rispetto al mese precedente e del 4,3% in valore e dell’1,9% in volume in confronto allo stesso mese dello scorso anno. Nel trimestre dicembre 2021-febbraio 2022 c’è un aumento in valore (+0,4%) e un calo in volume (-0,4%) rispetto ai tre mesi precedenti.

A trainare la crescita sono i beni non alimentari, le cui vendite aumentano dell’1,7% in valore e  dell’1,6% in volume su base congiunturale, e su base tendenziale del 5,6% e del 5% rispettivamente. Le vendite dei beni alimentari, da parte loro, diminuiscono rispetto al mese precedente (-0,6% in valore e -1,5% in volume), mentre su base annua l’Istat (link ai dati completi in pdf) registra un aumento in valore (+3,1%) e una flessione in volume (-1,9%).

Tra i beni non alimentari in crescita tendenziale tutti i gruppi di prodotti. Gli aumenti maggiori riguardano Giochi, giocattoli, sport e campeggio (+8,4%), Altri prodotti (+8,1%), Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+8,1%) e Prodotti farmaceutici (+8,1%), mentre l’incremento minore riguarda Cartoleria, libri, giornali e riviste (+0,1%).

Rispetto a febbraio 2021 il valore delle vendite cresce in tutti i canali distributivi: la grande distribuzione (+3,6%), le imprese operanti su piccole superfici (+5,4%), le vendite al di fuori dei negozi (+2,7%) e il commercio elettronico (+5%).

“La contenuta crescita rilevata per le vendite a volume nel mese di febbraio non modifica il profilo di indebolimento della domanda registrato negli ultimi mesi, in quanto si configura principalmente come un moderato recupero rispetto alla riduzione registrata a gennaio, dato rivisto oggi al ribasso. La più penalizzata è la componente alimentare, su cui cominciano a pesare anche gli effetti degli aumenti dei prezzi indotti dai rincari registrati alle fasi antecedenti il consumo. In questa situazione le piccole imprese, su cui gravano anche gli ingenti aumenti dei costi di gestione indotti dai rincari dell’energia, sono quelle che mostrano una situazione di maggiore difficoltà”: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio sui dati sulle vendite al dettaglio a febbraio.

 

“La persistenza di tassi d’inflazione elevati nei prossimi mesi, soprattutto nell’area delle spese obbligate, rischia inoltre di compromettere le possibilità di recupero di quei segmenti di consumo la cui domanda era stata drasticamente ridotta nei mesi più difficili del 2020-2021. La fragilità del quadro complessivo dei consumi è testimoniata da un ritorno a un assetto classico della fasi di incertezza: crescita delle vendite dei discount e ritorno prepotente dell’e-commerce”, conclude l’Ufficio Studi.