Unione Naz. Consumatori su inflazione: a Catania, Palermo e Messina l’inflazione più alta d’Italia

woman is paying In cash with euro banknotes

L’Istat ha resi noti oggi i dati dell’inflazione di ottobre delle regioni e dei capoluoghi di regione e comuni con più di 150 mila abitanti, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita.

 

In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care, Ravenna dove l’inflazione pari a +13,9%, la quarta più alta d’Italia, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva, equivalente, in media, a 3359 euro su base annua. Al secondo posto sempre una città dell’Emilia Romagna, Bologna, dove il rialzo dei prezzi del 13,2%, la sesta maggiore inflazione, determina un incremento di spesa annuo pari a 3293 euro per una famiglia media. Sul gradino più basso del podio Bolzano che perde, quindi, il primato di città più rincarata d’Italia grazie al fatto che con +12,3% è “solo” all’11° posto per inflazione, con una spesa supplementare pari a 3269 euro annui per una famiglia tipo. Al quarto posto Milano (+11,7%, +3176 euro), poi Catania, che con +15,6% ha l’inflazione più alta d’Italia e una spesa di 3097 euro, Modena (+12,8%, 3093 euro), al settimo posto Trento (+11,7%, +3062 euro). Seguono Perugia (+13,1%, +3009 euro) e Brescia (+11,3% +2980 euro). Chiude la top ten Firenze, +12,7%, pari a 2962 euro.

Si segnala che la Sicilia è la regione con le città con inflazione più alta. Dopo Catania, infatti, al 2° posto c’è Palermo (+14,9%, +2958 euro) e al 3° Messina (+14,1%, +2689 euro)

La città più virtuosa è Potenza, con un’inflazione del 9,1% e una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari a “solo” 1797 euro. Segue Catanzaro (+10%, +1868 euro) e Reggio Calabria (+10,4%, +1942 euro). La città con inflazione più bassa è Aosta, con +8,7% (2153 euro).

In testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione annua a +11,9%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 3092 euro su base annua. Segue l’Emilia Romagna, dove la crescita dei prezzi del 12,5% implica un’impennata del costo della vita pari a 2973 euro, terza l’Umbria, +12,7%, con un rincaro annuo di 2869 euro.

La regione più risparmiosa è il Basilicata, +9,3%, pari a 1801 euro, seguita dalla Puglia (+12,2%, +1975 euro). Medaglia di Bronzo per il Molise (+11,1%, +2032 euro). La Valle d’Aosta ha, invece, l’inflazione più bassa (+8,8%, +2178 euro).