Un regalo per bagnarsi nella realtà. Gli studi di Hanna Arendt

Il libro che consigliamo di regalare ad una persona cara (anche a se stessi, per farsi del bene), amante di lettura e riflessione (è un “mattone” di storia, scienze politiche e filosofia di 700 pagine) è quello di Hanna Arendt, “Le origini del totalitarismo”. Diverse le edizioni e si trova in varie lingue.

E’ un libro pubblicato la prima volta nel 1951, ma sembra scritto oggi per i fatti di oggi. Soprattutto quelli italiani, europei, americani.

Il totalitarismo, scrive Arendt, era una forma di governo radicalmente nuova, caratterizzata dalla sua concezione ideologica della storia. Il nazismo e lo stalinismo a suo tempo (ndr, non pochi gli emuli nei giorni nostri), i leader totalitari cercano di applicare le “leggi” storiche rimodellando con la forza gli esseri umani che governano.

E anche se nessuna persona può mai sostituire un’altra, il totalitarismo mira a distruggerla, isolando gli individui, dissolvendo i legami attraverso i quali si uniscono e si rafforzano a vicenda, cercando di estinguere la personalità umana.

Il totalitarismo istiga sempre al cambiamento. Quando la sua propaganda si scontra con la realtà, brutalizza quest’ultima fino a quando i fatti non si conformano ad essa. La differenza tra realtà e falsità sparisce.

In linea coi sovranismi attuali, molto collimanti con le estreme destre, il totalitarismo descritto dalla Arendt si presenta oggi con idee che sembravano totalmente superate ma che, alla fine, plasmano la vita democratica. Anti-immigrazione, xenofobia, antisemitismo. Dove quest’ultimo è oggi anche difficilmente conclamato dai suoi assertori, mimetizzato da avversione al sionismo, con l’alibi che questo “ismo” possa essere disgiunto dall’esistenza dei semiti. Con l’aggiunta dell’opportunismo di alcune estreme destre di governo e di opposizione che, conclamati difensori dei diritti e delle libertà degli ebrei, mettono nello stesso tempo sul rogo immigrati e diversi.

L’integrazione di opinioni precedentemente marginali contribuisce a spiegare un secondo segnale d’allarme: la politica è sempre più guidata da quelle che Arendt ha descritto come “forze di cui non ci si può fidare quando si tratta di seguire le regole del buon senso e dell’interesse personale”. Al suo posto, prende il sopravvento una politica semplicistica fatta di fantasie ideologiche e paranoia.

La lezione principale per il nostro tempo riguarda sia ciò che Arendt stava facendo negli anni ’40 quanto ciò che stava dicendo: pensare attivamente al presente e cercare di cogliere un “qualcosa” emergente nei suoi termini, una minaccia che sta prendendo forma, ma che non si è ancora rivelata completamente.

Va da sé, che le economie figlie del totalitarismo, millantate come liberiste o socialiste, confliggono con l’umanizzazione che l’Ue cerca di fare per queste scuole economiche. E l’Unione Europea è il nemico principale del totalitarismo. Si pensi a Trump, Orban e a non pochi esponenti di spicco del governo italiano.

 

Qui per un maggiore approfondimento sul libro della Arendt: https://www.aduc.it/articolo/hannah+arendt+aiuta+comprendere+nuova+era+populismo_40422.php

 

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc