“È in corso la fase di arruolamento dei pazienti che verranno trattati presso l’Istituto Nazionale Tumori Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli – spiega Paolo Ascierto, professore ordinario di Oncologia all’Università Federico II di Napoli, presidente della Fondazione Melanoma Onlus e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, che guiderà lo studio –.
I pazienti con melanoma resecabile allo stadio III sono ad alto rischio di recidiva anche dopo l’intervento chirurgico e la terapia adiuvante standard, e molti di essi presentano una recidiva entro due anni. In studi recenti, l’immunoterapia neoadiuvante, somministrata prima dell’intervento chirurgico, ha mostrato una maggiore efficacia rispetto al trattamento adiuvante post-chirurgico, probabilmente grazie ad una potenziata immunità antitumorale quando il microambiente tumorale è intatto.
La nostra idea è che la somministrazione di MDNA11, in combinazione con altri immunoterapici consolidati, come trattamento neoadiuvante, quando il tumore è ancora presente, scateni una risposta immunitaria più potente e completa, eliminando anche micro-metastasi non ancora rilevabili”.
MDNA11 è una forma ingegnerizzata di Interleuchina-2 (IL-2). A differenza delle vecchie versioni di IL-2, è progettato per attivare selettivamente le cellule T CD8+, i cosiddetti ‘killer’ del sistema immunitario, insieme alle cellule Natural Killer (NK), massimizzando l’attacco al cancro e riducendo gli effetti collaterali spesso associati a questa classe di molecole. Sulla base delle risposte profonde e durature osservate fino a oggi nello studio ABILITY-1, che tratta pazienti con tumori metastatici avanzati non resecabili, si ritiene che MDNA11 abbia il potenziale per ridurre profondamente il rischio di recidiva del cancro dopo l’intervento chirurgico iniziale. “Sembra agire come un vero e proprio ‘booster’ mirato – sottolinea Ascierto –. Negli studi precedenti sono state già osservate risposte profonde e durature con MDNA11 in pazienti pesantemente pretrattati con tumori metastatici avanzati e sistemi immunitari profondamente compromessi”.
Lo studio NEO-CYT è il passo successivo. “Si tratta di un trial multicentrico e randomizzato, che valuterà l’efficacia di MDNA11 in combinazione con gli inibitori del checkpoint nivolumab (anti-PD1) e ipilimumab (anti-CTLA4) – specifica Ascierto –. Inoltre, a una parte dei pazienti verrà somministrato il tocilizumab, un inibitore dell’IL-6, con l’obiettivo di valutare il suo ruolo nel ridurre gli eventi avversi e potenzialmente aumentare l’efficacia. L’obiettivo primario è quello di valutare la sicurezza e, soprattutto, l’efficacia della nuova combinazione neoadiuvante nel ridurre la massa tumorale prima della chirurgia, misurata in termini di risposta patologica completa e tassi di risposta obiettiva. Se i risultati saranno positivi, la somministrazione di MDNA11 prima della chirurgia potrebbe diventare un nuovo standard di cura, migliorando significativamente le prospettive per i pazienti con un elevato rischio di recidiva”.
