Truffa con “sms spoofing”: rimborsati 9.950 euro a Roma

Vittoria di Confconsumatori presso l’Arbitro Bancario e Finanziario (Abf) che ha riconosciuto il diritto al rimborso di 9.950 euro nei confronti di una consumatrice romana truffata tramite sms (tecnica dell’”sms spoofing”) da un numero riconducibile a Poste Italiane, società presso la quale la donna è titolare di un conto corrente. L’sms spoofing è una truffa informatica che consiste nell’invio di messaggi da un mittente apparentemente affidabile e reale – come, in questo caso, l’intermediario Poste Italiane.

 

I FATTI – Nel dicembre del 2020, una nostra associata di Roma, titolare di un conto presso Poste Italiane, ha ricevuto un sms da un numero riconducibile all’intermediario (ovvero lo stesso mittente delle comunicazioni ufficiali della banca) ed è caduta nella trappola, inserendo i dati richiesti. Ha poi ritrovato suo malgrado addebitata un’operazione – mai richiesta – di bonifico pari a 10.000 euro.

Non essendo riuscita a definire la controversia attraverso il reclamo, la nostra associata ha promosso una procedura davanti all’Arbitro Bancario Finanziario.

LA DECISIONE DELL’ABF – L’Arbitro ha riconosciuto che il messaggio ricevuto dalla consumatrice si era effettivamente insinuato all’interno di messaggi genuini ricevuti dall’intermediario tramite la tecnica dello spoofing, e per questo ha riconosciuto alla consumatrice romana il diritto al rimborso di 9.950 euro da parte di Poste Italiane. Il Collegio ha anche rilevato che il bonifico non autorizzato era stato disposto durante la telefonata con la quale la donna richiedeva il blocco della propria carta. Una maggiore tempestività dell’intermediario nell’eseguire la richiesta della cliente avrebbe potuto impedire la truffa. Il sistema di autenticazione e di protezione adottato da Poste Italiane, inoltre, non risulta conforme allo Strong Customer Authentication, altrimenti il danno in questione si sarebbe potuto evitare.

 

«L’Arbitro Bancario e Finanziario – ha dichiarato l’avvocato Barbara d’Agostino Presidente Confconsumatori Lazioha riconosciuto che il ricorrente è stato tratto in inganno dal cosiddetto “sms spoofing”, trattandosi di una modalità particolarmente insidiosa consistente nella manipolazione di un messaggio che rende l’sms apparentemente genuino poiché visualizzato negli smartphone insieme ai messaggi legittimi, condannando quindi Poste Italiane al rimborso delle somme illegittimamente sottratte dal conto corrente».

UN FENOMENO IN AUMENTO – Già nei mesi scorsi, Confconsumatori, insieme ad ABI e ad altre Associazioni dei consumatori, aveva inviato una lettera all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per sollecitare un maggiore coordinamento nel contrasto alle frodi informatiche, a fronte dell’aumento rilevante di fenomeni di frode sui canali mobili.

 

I consumatori che necessitano di assistenza possono rivolgersi a Confconsumatori tramite le sedi territoriali elencate qui: https://www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori/.