Taranto, sei misure cautelari per estorsione e usura

A Taranto, i poliziotti della Squadra mobile, hanno eseguito sette misure cautelari, sei in carcere e un obbligo di presentazione all’Autorità giudiziaria, per i reati di incendio doloso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto di armi da fuoco, usura.

Le indagini hanno preso il via nel 2022 a seguito di due incendi dolosi, appiccati a una concessionaria locale di auto, che avevano distrutto numerosi veicoli e danneggiato le facciate degli edifici vicini.

Gli investigatori, grazie alla visione dei filmati delle videocamere di sorveglianza dell’attività e all’ascolto di intercettazioni telefoniche, hanno individuato come autori dell’incendio due uomini che vantavano diversi precedenti penali al loro attivo.

Il lavoro degli agenti ha poi reso possibile determinare come i criminali avessero agito per conto di due fratelli titolari di una rivendita auto “concorrente” di quella incendiata.

L’attenzione quindi si è concentrata su questi ultimi ed è emerso che, oltre alla commissione dell’incendio, uno dei due aveva costretto il proprietario della concessionaria a rinunciare all’acquisto di un locale, poi sequestrato dai poliziotti perché oggetto di interesse di un esponente mafioso della zona.

Inoltre, le indagini hanno messo in luce anche il redditizio giro di usura dei due fratelli gestito con minacce e violenza.