Sindacati medici e sanitari contro la manovra: è un disastro

Anche questa manovra economica si è consumata sulla pelle dei medici, dipendenti e convenzionati, e dei dirigenti sanitari. “È chiaro a tutti ora come non solo il Ministero della salute sia ‘ostaggio’ del Mef, ma cosa ancor più grave, che lo sia l’intero Governo. E le conseguenze di questo braccio di ferro sono estremamente offensive per tutti coloro che quotidianamente lavorano per garantire la salute dei cittadini.”

È una bocciatura senza appello quella che arriva da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Fimmg, Fimp e Sumai in rappresentanza dei medici dipendenti e convenzionati e dei dirigenti sanitari.

“Abbiamo assistito in questi giorni a un teatrino disonorevole, una lotta intestina che ha ribaltato una situazione fino ad allora finalmente favorevole per la categoria”, commentano Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente Federazione Cimo-Fesmed, Silvestro Scotti, Segretario Generale Fimmg, Antonio D’Avino Presidente Nazionale Fimp e Antonio Magi Segretario Nazionale Sumai.

“Il blitz notturno alla vigilia di Natale ha affondato l’emendamento che avrebbe reso disponibili le risorse extracontrattuali già stanziate per la dirigenza medica da ben due leggi di bilancio e soprattutto avrebbe colmato il ripetuto vulnus alla dignità dirigenti sanitari penalizzati da un gap economico ingiustificabile. Una dirigenza sanitaria esclusa, così come i medici convenzionati, dall’adeguamento delle prestazioni aggiuntive con cui a parole, ma non nei fatti si vorrebbe risolvere il problema delle liste d’attesa.”

“Ancora una volta completamente dimenticati i 20mila specialisti ambulatoriali convenzionati pubblici del territorio fondamentali e centrali per la presa in carico dei pazienti cronici, per l’abbattimento delle liste d’attesa e l’assistenza domiciliare così come prevedono il Pnrr e il Dm77. Niente nemmeno sul fronte della Medicina Generale e Pediatria di Libera Scelta. La scarsa attrattività per i giovani medici e la continua riduzione del numero di medici di famiglia attivi con la conseguenza di avere milioni di italiani senza un medico o pediatra di fiducia scelto da loro, non preoccupa il MEF e sembra che la parola convenzionati non appartenga al lessico delle leggi di Bilancio, eppure sarebbe bastato affrontare temi come la detassazione delle quote variabili connesse a obiettivi strategici nei nostri ACN, ma invece, per paradosso, i convenzionati restano i più tassati di tutti gli attori sanitari del pubblico. Considerando, che in molti casi hanno il costo dei fattori di produzione, siamo al ridicolo”.

“Come se non bastasse – proseguono – abbiamo dovuto scongiurare, grazie alle interlocuzioni con i ministeri e con i parlamentari di buon senso, il taglio del riscatto di laurea che oltre ad essere incostituzionale era un vero proprio attacco a tutti i lavoratori che hanno investito tempo e soldi sperando di poter raggiungere la pensione in tempi ‘umani’”.

“Aver firmato i contratti prima, ha reso almeno disponibili quelle risorse che altrimenti sarebbero finite nel buco nero della svalutazione. In barba a chi cercava di strumentalizzare i contratti di lavoro”. “Sono stati invece risparmiati dal tritacarne gli emendamenti volti a sanare l’illegalità delle Università perpetrando e accettandone l’invasione selvaggia a scapito degli ospedali”.

“Manca nel complesso ancora una volta un percorso di visione globale – lamentano i leader sindacali – in un mondo che appare sempre più concentrato sulla gestione delle emergenze economiche, politiche, finanziarie che sulla programmazione di provvedimenti per tutelare il diritto alla salute. È sempre più evidente come il concetto di stato sociale sia stato sostituito dal concetto di stato economico”.

“Un disastro. Privo di logica, privo di programmazione, privo di gratitudine per chi nonostante tutto regge un servizio sanitario in crisi. Quando in uno stato diritto le logiche economiche sostituiscono il dibattito e le scelte politiche, si va diritti verso una pericolosa deriva di disgregamento dello stato sociale”.

“Come corpi intermedi – concludono i sindacati – continueremo a opporci con tutte le nostre forze ai continui attacchi alla sanità e ai suoi professionisti cercando di proporre sempre miglioramenti utili alla salvaguardia del nostro bene più prezioso la salute. Prepariamoci ad un anno di barricate per la difesa dei professionisti, unici a reggere il Ssn”.