SCUOLA – È ufficiale: si parte il 14 settembre

Anief: proviamoci, ma a condizioni di impegni precisi per nuove regole per più organici, plessi, assunzioni e niente DaD. Arriva l’ordinanza per avvio lezioni per l’a.s. 2020/21 dal 14 settembre. In una nota del ministero dell’Istruzione le indicazioni per infanzia, primo e secondo ciclo e di istruzione. In settimana, i tavoli coi sindacati, il 29 sugli organici e il 30 sul protocollo di sicurezza dopo la pubblicazione delle linee guida del CTS.

Marcello Pacifico (Anief): “È bene che il ministero dell’Istruzione si concentri sulle modalità organizzative delle lezioni in presenza, compiendo quindi tutte le operazioni necessarie perché si attuino nella massima sicurezza, come previsto dal Comitato tecnico-scientifico e riportato nelle linee guida ministeriali del 26 giugno scorso. Come altrettanto fondamentale è che si garantisca dal primo giorno di scuola il mantenimento dell’orario di lezione settimanale ministeriale: una riduzione dell’offerta formativa, dopo il periodo di lockdown, andrebbe infatti a danneggiare oltremodo gli alunni e a minare ulteriormente il diritto allo studio. I 200 giorni di lezioni, quindi, non bastano: ogni giorno di lezione, sin dal 14 settembre, deve corrispondere al monte orario previsto e non ridotto in attesa di nomine. È bene anche specificare che a settembre la didattica digitale integrata dovrà essere considerata l’ultima ratio di un processo di ritorno incentrato sulla presenza in classe di non oltre 15 alunni, di un ampliamento degli spazi, in accordo con enti e istituzioni locali, oltre che di un incremento adeguato di personale rispetto all’organico attuale”.

Sull’inizio della scuola in presenza a metà settembre è arrivata l’ufficialità. È di queste ore la nota emessa dal dicastero di viale Trastevere, nella quale si specifica che “le Regioni adotteranno, poi, le determinazioni di propria competenza in materia di calendario scolastico, ferma restando la necessità di effettuare almeno duecento giorni di lezione, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. Confermato lo svolgimento, a decorrere dal 1° settembre 2020, delle attività di integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019/2020”.

IL COMMENTO DEL SINDACATO

Anief ritiene importante avere assicurato il ritorno a scuola in presenza di oltre otto milioni di alunni ma a condizione di utilizzare i soldi del Recovery Fund per assumere 250 precari docenti e Ata, recuperare altri 12 mila plessi dismessi, almeno 4 mila sedi di dirigenza scolastica andate in reggenza, e niente DaD: pur avendo assicurato l’offerta formativa negli ultimi tre mesi dell’anno scolastico, a causa dell’emergenza sanitaria Covid19, attraverso la modalità della didattica a distanza, le lezioni in presenza garantiscono senza ombra di dubbio una maggiore incisività e completezza formativa.

“Per raggiungere questo scopo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – in particolare riteniamo necessaria la nomina – in ruolo e non a tempo determinato – di 250 mila insegnanti e Ata precari, anziché i 50 mila indicati dal Governo e come previsto dal Decreto Rilancio. Si tratta, tra l’altro, di un numero di posti anche inferiore ai 250 mila cancellati con l’applicazione del Dpm 81/2009 assieme a 4 mila istituti autonomi e dirigenze scolastiche”.

“L’assegnazione alla scuola di almeno 10% dei 172 miliardi del Recovery Fund è l’occasione buona per andare a ricreare scuole a misura d’uomo andando anche a recuperare i 15 mila plessi chiusi negli ultimi 12 anni. In questo modo si potranno andare a rideterminare delle scuole in base alle esigenze locali e del territorio, anche con dirigenze assegnate quando i numeri di iscritti risultano al di sotto degli attuali parametri: 600 alunni normalmente e non meno di 400 iscritti in situazioni particolari. Senza dovere più ricorrere al tribunale per sdoppiare classi con oltre 30 alunni, anche in presenza di diversi disabili certificati”.