Sciopero Sanità Privata, oggi a Messina presidio di fronte la Clinica Cot. FP CGIL e UIL FPL

Sciopero Sanità Privata, oggi presidio di fronte la Clinica Cot. FP CGIL e UIL FPL: «Giustizia e diritti per quei lavoratori che nel periodo COVID sono stati chimati “eroi” ma che oggi vengono dimenticati»

Messina – Saranno oltre 100 mila gli operatori sanitari che oggi sciopereranno in tutto il Paese non solo contro il mancato rinnovo del contratto della sanità privata, ma anche e soprattutto contro il vergognoso atteggiamento assunto da AIOP e ARIS

«Un atteggiamento vergognoso e inqualificabile, che certamente non ci porta a fare un passo indietro, bensì a farne due in avanti, per tutelare i diritti delle migliaia di lavoratori che in tempo di epidemia COVID sono stati definiti eroi e che adesso, invece, sono stati dimenticati da tutti». Questo il commento del segretario generale della FP CGIL di Messina e del segretario generale della UIL FPL Giuseppe Calapai, nel presentare lo sciopero che si terrà in tutta Italia, contro il mancato rinnovo del contratto della sanità privata ARIS-AIOP, proprio a causa del dietro front dai datori di lavoro nonostante la sottoscrizione dell’intesa. «Domani oltre 100 mila lavotrici e lavoratori della sanità privata sciopereranno in tutta Italia – afferamno Fucile e Calapai – ed anche gli operatori sanitari di Messina saranno riuniti in protesta di fronte la clinica COT, di proprietà del presidente regionale di AIOP, alle ore 10.00.

Non è accettabile che dopo ben 14 anni di blocco contrattuale e soprattutto dopo gli enormi rischi affrontati in periodo di pandemia COVID19, questi lavoratori siano stati, ancora una volta, umiliati e sbeffeggiati da imprenditori che pensano solo ed eslcusivamente ai loro profitti. In questi lunghi anni, dal 1998 al 2017, così come emerge dal Rapporto sanità privata “Cergas-Bocconi del 2018”, il peso del privato nell’assistenza territoriale, dalla specialistica ai laboratori, è passato dal 39% al 57%. Nella riabilitazione i privati operano indisturbati, a scapito del pubblico, gestendo il 75% delle prestazioni e oltre l’80% delle strutture. Di fronte a numeri di questa portata, non è accettabile che il contratto della sanità privata non si ancora stato rinnovato».