SALUTE: DA LUNEDÌ ADDIO ALLE MASCHERINE

Annuncio del ministro Speranza dopo l’ok del Comitato Tecnico Scientifico. Intanto dal 28 giugno anche la Valle d’Aosta entrerà in zona bianca, tutta l’Italia sarà così nella fascia di fatto senza restrizioni.

“Dal 28 giugno superiamo l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto in zona bianca, ma sempre nel rispetto delle indicazioni precauzionali stabilite dal Cts”. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, con un post su Facebook. L’annuncio di Speranza ha fatto seguito al via libera arrivato dal Comitato Tecnico Scientifico al termine della seduta convocata per discutere del quesito posto dal Ministero della Salute. Quando l’Italia sarà completamente bianca, dicono gli scienziati, ci saranno “le condizioni per superare l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine all’aperto salvo i contesti in cui si creino le condizioni per un assembramento (ad esempio mercati, fiere, code, eccetera)”. Il Comitato raccomanda comunque l’uso delle mascherine sui mezzi pubblici e nei soggetti fragili, così come negli ambienti sanitari e ospedalieri.

Tutta Italia è in bianco

Dopo che il 21 giugno scorso anche Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Sicilia, Toscana, più la provincia autonoma di Bolzano, erano entrate in zona bianca, ora dal 28 giugno è il turno anche dell’ultima parte del territorio nazionale rimasta indietro, la Valle d’Aosta. A prevederlo è la nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia.

Fipe: “una boccata d’ossigeno per 9mila bar e 7mila ristoranti”

Con l’ingresso in zona bianca, nei 9mila bar del Friuli Venezia Giulia, della Sardegna e del Molise è finalmente possibile ricominciare a bere il caffè al bancone. Per Fipe-Confcommercio si tratta di una “boccata d’ossigeno, in particolare per i 4mila locali che fino ad oggi sono stati costretti a stare chiusi o a lavorare soltanto con l’asporto, non avendo spazi all’esterno. Ossigeno anche per i 36mila lavoratori dei pubblici esercizi di queste regioni che potranno riprendere il loro posto dietro il bancone dei bar, in cucina o tra i tavoli dei 7.200 ristoranti pronti a riaprire al pubblico le loro sale interne“. È il ritorno di un rito tutto italiano, consolidato nel corso dei decenni e attorno al quale si è sviluppato il modello stesso del bar. “Senza la possibilità di somministrare il caffè al banco – spiega Luciano Sbraga, vicedirettore della Federazione italiana dei pubblici esercizi – i locali italiani hanno perso, in media, il 40% dei loro fatturati. Ma al di là dei freddi numeri, è importante sottolineare come si tratti di un piccolo, importante passo verso un ritorno alla normalità. In questi quattordici mesi, infatti, molti di quei gesti quotidiani cui eravamo abituati ci sono stati proibiti. Oggi, piano piano, i divieti stanno cadendo e ci stiamo riappropriando dei nostri spazi di socialità”. Fipe celebra questo momento con una campagna di comunicazione social, #ilsolito, realizzata insieme ad alcune grandi aziende dell’alimentare, “destinata a chi ha voglia di riprendersi la propria vita e tornare a condividere. Perché dopo tante incertezze e difficoltà, abbiamo tutti voglia di un po’ di normalità”.