Rifinanziato il Fondo del MEF per la prevenzione del fenomeno dell’usura

Attraverso l’opera dei Confidi, associazioni e fondazioni, sarà possibile concedere garanzie per facilitare l’accesso al credito a imprese e cittadini a rischio usura. È stato rifinanziato il Fondo del ministero dell’Economia e Finanze per la prevenzione del fenomeno dell’usura che, alimentato dai proventi delle sanzioni amministrative antiriciclaggio, ha beneficiato quest’anno di un contributo extra di 10 milioni di euro stanziati dal decreto-legge “Rilancio”, arrivando a un importo complessivo di 32,7 milioni di euro.

Le risorse saranno erogate entro la fine del 2020 a 113 “enti gestori”: 77 Confidi (consorzi di PMI), che riceveranno circa 23 milioni di euro, e 36 associazioni e fondazioni impegnate nella lotta all’usura, che ne riceveranno circa 9,7 milioni. Ogni ente riceverà mediamente 280 mila euro, con punte massime di 600 mila euro per i più virtuosi, ovvero quelli che, negli anni passati, hanno meglio impiegato i fondi messi a disposizione nell’ambito del Fondo.

Come negli anni scorsi, le risorse del Fondo sono state ripartite con delibera di una Commissione interministeriale sulla base di una combinazione di indicatori che tengono conto dell’indice del rischio usura presente nell’ambito territoriale dove opera l’ente assegnatario, dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse dimostrata nel passato e della effettiva capacità di garantire l’accesso al credito.

Dal 1998 ad oggi il Fondo per la prevenzione dell’usura ha erogato a Confidi, Associazioni e Fondazioni di lotta all’usura circa 670 milioni di euro che hanno consentito a loro volta di garantire finanziamenti per oltre 2 miliardi di euro, con una leva finanziaria di circa il 300%. Nel 2019 la leva finanziaria ha raggiunto quasi il 400% e il tasso di default è sceso ai minimi storici (15%).