Riapre la caccia, retaggio ipocrita di inciviltà

Nella quasi totalità delle regioni italiane, oggi 2 settembre, ha riaperto la caccia. Nonostante la legge (n. 157/92), cosiddetta anche a tutela della fauna selvatica, indichi la terza domenica di settembre come apertura, la stessa – anticipata – è prevista in via eccezionale dalla stessa legge… eccezionalità che è diventata norma.

Da oggi quindi occhio a passeggiare nelle zone di caccia (avventurarsi, potremmo dire), si può facilmente essere impallinati dai colpi di questi disperati che sparano a tutto ciò che si muove. E occhio, a chi abita in campagna, ché queste persone che imbracciano il fucile possono entrare (art.842 cc) nelle loro proprietà, anche se ci sono cartelli che indicano il contrario, ma non ci sono recinzioni (talvolta anche queste ignorate e divelte).

La legge che disciplina la caccia a periodi limitati, con le eccezioni che abbiamo detto, si muove intorno al concetto di non creare danni agli animali nel momento in cui si riproducono. L’ipocrisia che diventa istituzione: ti faccio riprodurre per poi poterti uccidere meglio poi.

Anno 2023. Ma come si fa ad andare ancora a caccia? Come si fa ad uccidere esseri viventi per il gusto di farlo?

Quando si incontra un cacciatore, talvolta anche il vicino di casa, non c’è verso di ragionarci. Le reazioni sono di due tipi: sorrisino del tipo “tu non puoi capire” i più gentili, buzzurri violenti e maschilisti (che mai riconoscerebbero di esser tali) che ti apostrofano col lessico tipico della loro impronta culturale ed umana.

L’altro giorno è venuto a casa mia un muratore per aggiustare il balcone, conversando è venuto fuori che è un cacciatore (ipocritamente ha detto: “mi piace girare per le campagne con gli altri cacciatori, non si spara quasi mai”). Fatto notare che stessa passeggiata sarebbe possibile farla anche senza fucile, ha detto… “è un’altra cosa”. L’ho fatto gentilmente andar via: “non mi piace far lavorare persone come i cacciatori”.

Spesso in passato, quando ho manifestato il mio pensiero anticaccia, ho ricevuto minacce anche fisiche (lascio immaginare il tono civile delle stesse) e denunce da parte di queste persone e loro associazioni.

Un’ultima osservazione. Sapete perché le Regioni, che disciplinano l’attività venatoria, sono sempre così disponibili verso queste persone? Perché alcune di loro sono al potere in queste Regioni, fanno lobby e costituiscono un bacino elettorale. Domanda semplice: ma sono così pochi…. No, non sono solo quelli che si vestono da butteri militarizzati modello Wagner più leggeri, ma dietro c’è l’indotto, quelli che producono abbigliamento, armi, riviste, quelli delle loro associazioni… insomma “tutto fa brodo” per la ricerca di consenso politico fine a se stesso, senza dignità e altruismo: cacciatori, balneari, tassisti…

Per questo, al momento, c’è poco da aspettarsi da parte delle istituzioni, ma c’è molto da impegnarsi per diffondere, al pari degli stupratori, il rifiuto civico e umano dei cacciatori.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc