Responsabilità professionale: l’Anaao chiede la depenalizzazione dell’atto medico

L’Anaao Assomed, intervenuta in audizione presso le Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali della Camera, ha rigettato in toto la proposta di modifica alla legge Gelli sulla responsabilità professionale primo firmatario l’on. Colletti.

“Tale proposta – ha dichiarato Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed – è in netta contraddizione con quanto da noi richiesto e ormai divenuto imprescindibile, ossia un viraggio deciso verso la depenalizzazione dell’atto medico presente in tutti gli stati democratici. E questo con l’unico scopo di liberare la diagnosi, la terapia e il conseguente benessere del cittadino dalle catene presunte di un tribunale”.

Questi i numeri ribaditi dall’Anaao. Ogni anno in Italia vengono intentate 35.600 nuove azioni legali, mentre ne giacciono 300 mila nei tribunali contro medici e strutture sanitarie pubbliche. Cause che nella maggior parte dei casi si traducono in un nulla di fatto, considerando che il 95% nel penale e il 70% nel civile si conclude con il proscioglimento. Il costo complessivo si aggira intorno ai 12 milioni di euro. La conseguenza è l’incremento della medicina difensiva con costi a carico dei pazienti e dei medici sempre più preoccupati.

“La categoria che mi onoro di rappresentare – ha proseguito Di Silverio – difende il doppio binario previsto dalla legge Gelli-Bianco che è stato sicuramente una conquista. Eliminarlo e far ritornare la responsabilità civile del medico sotto l’alveo della responsabilità contrattuale significherebbe fare retromarcia e comunque non garantirebbe neppure il cittadino. Concedere al malato che si considera parte lesa la possibilità di avere a disposizione 10 anni per agire e ottenere vantaggi sul piano processuale sotto il profilo probatorio, non lo aiuta, ma determina solo un super affollamento giudiziario che si risolve in una mancata “giustizia”, ledendo per di più gli articoli 24 e 32 della Costituzione”.

“Il giusto equilibrio da trovare per garantire la convivenza degli interessi costituzionali (diritto alla difesa e diritto alla salute) va ricercato nella depenalizzazione e nel completamento della legge sulla responsabilità professionale con il passaggio a un sistema “no fault” sul modello europeo superando l’eccezionalità dello “scudo Covid”. Il ripensamento è quindi necessario, ma non nella direzione definita dal disegno di legge Colletti. La posizione dell’Anaao è al contrario quella di ridurre l’accesso ai tribunali, limitare il costo della medicina difensiva, rasserenare l’attività del medico e se e quando necessario prevedere un risarcimento al paziente senza la gogna della categoria medica, senza un lungo processo che determini la colpa del professionista, la determinazione precisa di premi assicurativi onde evitare gli aumenti assolutamente parziali degli stessi con un tetto ai prezzi. In un momento così drammatico per la professione ci saremmo aspettati un passo deciso verso quella tutela del professionista sanitario che troppe volte viene bene annunciata ma disattesa nei fatti. E tutto questo non è assolutamente contemplato nel disegno di legge in esame”.

 

“Desidero ricordare in ultimo – ha concluso Di Silverio – che la serenità del professionista, il rispetto delle condizioni di lavoro, dell’orario di lavoro e di tutti gli istituti contrattuali e legislativi sono gli unici elementi che garantisco il diritto alla salute, garantiscono le cure, garantiscono la sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale retto dall’abnegazione delle donne e degli uomini che lavorano in sanità. Per questo la categoria va difesa, tutelata e non attaccata”.