Reddito di cittadinanza. Luigi Saraceni, padre e difensore della figlia Federica, a Radio 24

Radio 24: “L’attacco a mia figlia parte dalla destra becera e reazionaria di cui è espressione quel giornale (La Verità ndr), e purtroppo la sinistra si accoda, perché la destra specula sulle emozioni e sui sentimenti e la sinistra non è mai capace di una propria autonomia”…

Così, Luigi Saraceni, ex magistrato, politico, avvocato e padre e difensore di Federica Saraceni, condannata per l’omicidio di Massimo D’Antona, commenta a ‘Uno, nessuno 100Milan’, su Radio 24, la polemica sul fatto che sua figlia percepisca il reddito di cittadinanza.

Per esempio – continua Saraceni a Radio 24 – anche la ex ministra Madia, si accoda e dice che bisogna cancellare la legge, ma dimentica una cosa: mia figlia prima di percepire il reddito di cittadinanza percepiva il reddito d’inclusione, varato proprio dal Governo di cui faceva parte la Madia. Mia figlia ha commesso il più grave dei reati possibile: ma cosa ne facciamo di una persona che ha commesso questo reato? La buttiamo nella discarica? La mandiamo a fare la prostituta? Mia figlia dice una cosa: datemi un lavoro e rinuncio al reddito di cittadinanza.

La vedova D’Antona dice che non sono stata contatta dalla mia famiglia e che non ci vorrebbe mai incontrare perché non c’è mai stato un segnale di ravvedimento? Io ho un grande rispetto per il dolore della vedova D’Antona – conclude Saraceni a Uno nessuno e CentoMilan –  ma non abbiamo mai preso contatti perché mia figlia ha sempre sostenuto di non aver commesso il reato. Ovviamente ha dovuto rispettare il giudicato, però ci riserviamo di dare il nostro giudizio che Federica è stata condannata per un errore”.