Non più una sostanza alla volta, ma micidiali combinazioni. Un drink per iniziare la serata, una canna per rilassarsi, una riga di cocaina per ballare tutta la notte, magari una ecstasy per il gran finale. Non è la sceneggiatura di un film, ma la nuova normalità del sabato sera di migliaia di giovani italiani.
Si chiama policonsumo e rappresenta uno dei maggiori rischi per la salute pubblica a livello mondiale, con effetti devastanti sul piano fisico, psicologico e sociale. Il policonsumo – l’assunzione simultanea o ravvicinata di più droghe legali e illegali – è la nuova frontiera delle dipendenze. E i numeri parlano chiaro: secondo l’Agenzia dell’Unione Europea per le Droghe (EUDA) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), questa pratica contribuisce a 600.000 decessi evitabili ogni anno nel mondo, tra overdose, malattie correlate, incidenti, violenze e suicidi. È uno dei temi al centro del X Congresso Nazionale S.I.Pa.D. che si apre oggi a Roma.
Consumi emergenti, donne al limite – “I dati ESPAD del 2025 ci dicono che nel 2024 il consumo di sostanze psicoattive è lievemente diminuito nei giovani tra 15 e 19 anni rispetto al 2023, ma parliamo comunque del 25% di questa fascia di popolazione giovanile – pari a 620.000 individui – che ne ha fatto uso nel corso dell’ultimo anno. È una diminuzione lieve che segue però a un periodo precedente di crescita costante”, spiega il Dottor Claudio Leonardi, Presidente S.I.Pa.D.
Tra gli adulti compresi tra i 18 e i 64 anni, le nuove sostanze psicoattive sono state consumate da circa 300.000 persone, con un aumento del 370% negli ultimi tre anni. “Sono dati che ci parlano di un profondo disagio”, sottolinea la Dottoressa Sarah Vecchio, membro del Consiglio Direttivo S.I.Pa.D, “che riconosce cause sociali e fragilità individuali delle quali dobbiamo tenere conto”.
Contrariamente al passato, il dato più sorprendente è l’aumento dei consumi nelle donne registrato a livello globale, in particolare per quanto riguarda farmaci oppiacei, sedativi e stimolanti assunti in assenza di prescrizione medica, per i quali le percentuali di donne consumatrici si avvicinano sempre più a quelle degli uomini (45-49% nelle donne verso 51-55% negli uomini).
Il consumo di alcol appare estremamente diffuso nelle donne italiane: il 57,5% ha consumato almeno una bevanda alcolica nel 2022, il 10,7% beve quotidianamente e il 23,2% beve fuori pasto. Sono inoltre 4,4 milioni le donne fumatrici, dato di poco inferiore ai 6,3 milioni degli uomini. “I consumi nel sesso femminile riconoscono specificità e bisogni differenti da quelli osservati nel sesso maschile, e necessitano di interventi di prevenzione e di cura mirati e pensati per questo specifico target di popolazione”, prosegue la Dottoressa Vecchio.
Policonsumo: l’allarme – S.I.Pa.D lancia l’allarme sul fenomeno del policonsumo di sostanze, evidenziando un preoccupante aumento tra le fasce giovanili e la necessità di nuovi approcci terapeutici integrati per affrontare questa sfida sanitaria. Secondo la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2025 (dati 2024), il 6,5% degli studenti ha consumato più di una sostanza psicoattiva illegale nel 2024. “Il policonsumo può aumentare i rischi per la salute, diventare un mix letale e complicare le modalità di intervento”, sottolinea Claudio Leonardi, Presidente S.I.Pa.D.
Il Dottor Lorenzo Somaini, Presidente del Comitato Scientifico S.I.Pa.D, ha dichiarato: “Il policonsumo di più sostanze è diventato ormai da diversi anni la modalità di consumo più diffusa. I pazienti che si presentano ai nostri Servizi dichiarano di utilizzare più sostanze contemporaneamente – legali e illegali – per le quali i Servizi per le dipendenze non hanno sempre a disposizione metodiche analitiche specifiche per la loro corretta identificazione. Occorre pertanto investire sulla diagnostica di laboratorio precoce, sui nuovi approcci di presa in carico e di trattamento, anche in considerazione del fatto che, oltre a essere cambiate le caratteristiche dei consumatori, per la prima volta nel nostro Paese i decessi da overdose da stimolanti hanno raggiunto percentuali sovrapponibili a quelli correlati al consumo di oppiacei. Le sostanze maggiormente responsabili di quadri di overdose sono state gli oppiacei (35%) ed eroina, e cocaina e crack per un altro 35% (dati 2024)“.
Smettere di fumare: un passo avanti per il trattamento delle dipendenze – Un recente studio del National Institute of Drug Abuse statunitense ha osservato che chi smette di fumare ha il 42% di successo in più nel trattamento di altre dipendenze. “Lo studio ha seguito circa 2.650 individui per quattro anni e i risultati potrebbero suggerire l’opportunità di trattare il fumo insieme alle altre dipendenze”, ha spiegato il Dottor Fabio Beatrice, Direttore del Board Scientifico del MOHRE. “Non a caso, almeno un terzo dei consumatori di sostanze è anche fumatore”.
