In Italia oltre il 22% degli adolescenti italiani presenta eccesso ponderale (circa 18,2% sovrappeso e 4,4% obesità), che in età evolutiva può persistere in età adulta fino al 70-80% dei casi. Nel breve come nel lungo termine le conseguenze sono gravissime: diabete tipo 2, ipertensione, dislipidemie, steatosi epatica non alcolica, apnea del sonno, problemi ortopedici, disturbi psicosociali come isolamento e bassa autostima; senza contare il rischio di malattie cardiovascolari, tumori e riduzione dell’aspettativa di vita. Di fronte a questa deriva, era urgente un’azione nazionale forte, coordinata e continuativa.
In questa direzione si era già mossa la Legge 149 del 2025, che ha riconosciuto per la prima volta l’obesità come malattia cronica, e che ha istituito l’Osservatorio Nazionale sull’Obesità e un piano triennale di contrasto. Serviva però applicare questi principi al mondo dell’adolescenza. Per questo è nata la proposta di Legge 2663 – a firma dell’on. Giorgio Mulè, Vice Presidente della Camera dei Deputati – che istituisce per la prima volta un ‘Programma nazionale diagnostico per la prevenzione e la gestione dell’obesità in età adolescenziale’. Il provvedimento legislativo – sostenuto da un fondo dedicato di 2 milioni di euro annui a partire dal 2026 – crea una struttura stabile destinata al contrasto sistematico dell’obesità giovanile, con l’obiettivo dichiarato di identificare precocemente, già a scuola con screening periodici, i casi di sovrappeso e obesità, intervenire e monitorare i risultati nel tempo.
Il progetto coinvolge in modo integrato scuole, pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, servizi territoriali e famiglie. Questo affinché ogni ragazzo con sovrappeso, obesità o parametri metabolici alterati venga preso in carico attraverso le reti clinico-assistenziali regionali per le malattie croniche, con il coinvolgimento di un medico specialista o equipe multidispliplinari, secondo quanto previsto dal Piano Nazionale della Cronicità. La legge definisce inoltre un percorso omogeneo su tutto il territorio, inquadrando l’obesità non come responsabilità individuale ma come condizione clinica complessa che richiede diagnosi precoce, presa in carico multidisciplinare e continuità assistenziale.
