La storia di AMSI, iniziata nel 2000 insieme a Co-mai, UMEM, Uniti per Unire, U.I. Arabi del ’48 e AISC_NEWS, entra oggi nella sua seconda stagione, dopo venticinque anni di congressi internazionali, cooperazione sanitaria, battaglie civili, iniziative culturali, scambi accademici e progetti sociali che hanno unito professionisti italiani e di origine straniera in un’unica visione: la competenza deve essere la vera lingua comune dell’Italia multiculturale.
In questo percorso, AISC_NEWS è diventata una delle prime agenzie euromediterranee indipendenti, capace di diffondere oltre 35 articoli al giorno in 120 Paesi, con una rete di giornalisti, medici, ricercatori e attivisti culturali che costruisce ogni giorno ponti tra società diverse ma unite dalla stessa idea di salute globale, dignità e cooperazione.
“Non usate i cittadini di origine straniera per propaganda: rispettate la loro dignità professionale”
«Alla luce del costante impegno dei nostri movimenti e delle nostre associazioni, rivolgo una lettera aperta al mondo politico italiano – afferma il Prof. Aodi – per chiedere finalmente rispetto, serietà e responsabilità nell’utilizzo della figura dei cittadini di origine straniera nella vita pubblica.
È tempo di scegliere le persone per le loro competenze e non per la loro origine, il loro aspetto, la loro comunità, il loro accento o il loro ruolo simbolico.
Per troppo tempo – prosegue – abbiamo assistito a operazioni di pura immagine, candidature improvvisate e decisioni costruite su amicizie personali, senza alcuna valutazione reale dei meriti».
Una pratica che, secondo Aodi, produce tre danni gravissimi:
- mortifica chi lavora con professionalità e impegno da anni;
- espone i cittadini di origine straniera a strumentalizzazioni;
- genera illusioni che si dissolvono al primo ostacolo, lasciando ferite profonde nelle comunità.
«In alcuni casi – aggiunge – sono stati scelti candidati non perché competenti, ma perché utili come immagine, o addirittura per parlare male dei migranti stessi.
Una pagina triste della nostra storia recente che va chiusa, una volta per tutte».
L’esperienza di AMSI: 25 anni di professionalità, non di improvvisazione
Dal 2000, AMSI e i suoi partner hanno scelto una strada opposta:
- promuovere il merito;
- valorizzare professionisti italiani e di origine straniera;
- difendere la sanità pubblica come terreno di incontro e cooperazione;
- costruire ponti, mai muri.
«Siamo – sottolinea Aodi – la rete più trasversale della sanità italiana.
Comprendiamo medici, infermieri, farmacisti, fisioterapisti, ricercatori, giornalisti e professionisti di ogni origine.
Il nostro metodo non è la propaganda, ma la serietà.
La nostra forza non è la bandiera, ma la competenza».
Il Prof. Aodi ricorda anche un passaggio significativo del suo percorso:
«Nel 2005 fui indicato come tecnico in ambito sanitario durante il Governo dell’epoca.
Fu un segnale importante, che riconosceva le competenze e non l’origine.
Questo è il modello che chiediamo all’Italia di seguire».
“È ora di costruire un movimento civico nuovo, laico, internazionale e meritocratico”
All’interno della rete di Uniti per Unire sta crescendo l’idea di un movimento civico di nuova generazione:
- interprofessionale,
- internazionale,
- laico,
- aperto a tutti,
- libero da identità religiose o etniche,
- fondato su partecipazione, diritti e responsabilità.
«Non crediamo – ribadisce Aodi – in partiti di appartenenza religiosa o comunitaria.
Crediamo in movimenti politici moderni, europei, democratici, capaci di valorizzare le competenze e unire l’Italia con il Mediterraneo ,Africa e tutti i paesi coinvolti nel nostro futuro in un progetto comune».
La formazione politica sarà uno dei cardini di questa crescita, attraverso strumenti come la Scuola Unione per l’Italia e l’ampia rete informativa di AISC_NEWS, che garantisce un confronto continuo tra comunità, istituzioni e professionisti.
Il precedente del 2005 e le resistenze politiche di ieri e di oggi
Per quanto riguarda la figura del Prof. Foad Aodi, è stato il primo professionista di origine straniera che fu indicato dal 2005 per un ruolo tecnico all’interno del Governo italiano. In quella fase, sembrò che l’Italia non fosse ancora pronta ad accogliere una figura di origine straniera, nonostante la competenza, l’esperienza e il curriculum già consolidato.
Dopo vent’anni, purtroppo, constatiamo che la situazione non è cambiata: l’Italia continua a non essere pronta per l’inserimento pieno di cittadini di origine straniera nei percorsi istituzionali e nelle candidature politiche. Ed è proprio dopo questi vent’anni che diventa evidente una responsabilità nuova: tocca a noi, cittadini e professionisti di origine straniera, preparare il terreno e farci trovare pronti. Ci sono competenze, c’è la professionalità, c’è il consenso, c’è l’aggregazione. Parliamo di una rete che coinvolge più di 2000 tra associazioni, comunità e sindacati, con voti trasversali italiani e di origine straniera, dalla prima alla terza generazione.
È sbagliatissimo che alcuni partiti continuino a pensare che proporre una figura di origine straniera – spesso in modo improvvisato o strumentale – basti a conquistare automaticamente il voto dei migranti. Avviene l’esatto contrario. Per questo, la maggior parte dei partiti che hanno utilizzato, strumentalizzato o esibito figure straniere come simboli, oppure le hanno impiegate per parlare male dei migranti o delle religioni, ha ottenuto un effetto boomerang ed è stata penalizzata dagli stessi cittadini migranti e dalle seconde generazioni.
Questi errori non hanno fatto altro che danneggiare le comunità, creare sfiducia, alimentare tensioni e soprattutto ignorare la vera questione: la competenza deve essere il criterio, non l’origine. Continuiamo quindi a denunciare le scelte sbagliate e a proporre un modello politico e sociale che valorizzi meriti e percorsi reali, senza strumentalizzazioni e senza superficialità.
Nel ricordare la storia dell’AMSI, va ribadito che, già negli anni successivi alla sua fondazione, la nostra Associazione indicò profili che, per competenze e riconosciuto valore professionale, furono chiamati a contribuire come esperti tecnici in sanità e politica estera.
Un passaggio fondamentale avvenne già in precedenza nel 2002, quando – per la prima volta per merito e senza alcuna spinta politica – un medico di origine straniera venne eletto nell’Ordine dei Medici, stiamo parlando del sottoscritto, Foad Aodi. Un risultato che aprì la strada a una nuova consapevolezza: la meritocrazia come criterio imprescindibile per la rappresentanza.
È questo modello che vogliamo proporre oggi alle istituzioni e ai partiti politici: valorizzare persone che hanno consenso reale, credibilità, autorevolezza, e non figure calate dall’alto senza radicamento, competenze o riconoscimento da parte delle comunità.
Per questo denunciamo l’idea – purtroppo ancora diffusa in alcune realtà territoriali – secondo cui basti inserire un nome di origine straniera in una lista elettorale, “tanto per riempire la lista” o per proclamare una falsa inclusività.
Tale atteggiamento, lo ripetiamo, è offensivo verso gli immigrati stessi, che sono cittadini consapevoli, pensano con la propria testa, e partecipano oggi alla vita politica con pieno spirito critico.
Episodi recenti, come la scelta improvvisata e non condivisa di figure prive di legittimazione, rischiano di danneggiare gli immigrati invece di rappresentarli. La distanza tra queste operazioni e la realtà sociale è evidente: se la politica continua a muoversi così, dimostra di non comprendere né la complessità né la maturità delle nostre comunità.
Oggi il nostro impegno guarda alla seconda, terza e quarta generazione, ai giovani professionisti, ai talenti che costruiscono integrazione vera attraverso competenze, studio, responsabilità.
In questo percorso, con la Scuola “Unione per l’Italia” e con il lavoro quotidiano di Aisc News, stiamo valorizzando i nostri esponenti e investendo su gioventù, innovazione, informazione e formazione, in Italia e all’estero.
Un modello che porta risultati concreti e che intendiamo rafforzare, perché rappresenta l’unica strada credibile per costruire una politica davvero inclusiva e basata sul merito.
“L’Italia non può più permettersi errori: scegliete il merito”
Aodi conclude con un messaggio fermo:
«Il tempo delle strumentalizzazioni deve finire.
Il tempo del merito deve cominciare.
I cittadini di origine straniera non sono simboli, né pedine, né bandierine.
Sono una parte fondamentale della società italiana, della sanità, dell’università, dell’informazione e delle professioni.
Rispettiamoli. Valorizziamoli. Ascoltiamoli.»
