Nel 2020 in Italia 15mila casi tumori e 6.000 decessi per Hpv

Roma – “Siamo in ritardo con la vaccinazione contro l’Hpv“. Lo sottolinea la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, che in una nota indica quale strada seguire. “Nel 1995- spiega il presidente Sipps, Giuseppe Di Mauro– l’infezione da Papillomavirus Umano (Hpv) è stata inserita tra gli agenti cancerogeni per l’uomo. Di questo virus sono stati identificati più di 200 tipi: la maggior parte infetta l’epitelio cutaneo e può causare comuni verruche cutanee, mentre circa 40 infettano l’epitelio della mucosa e sono classificati in base alla loro associazione con il cancro cervicale.

 

La maggior parte delle infezioni sono asintomatiche e si risolvono spontaneamente, l’infezione persistente può provocare una malattia. Nelle donne, l’infezione persistente da tipi oncogeni di Hpv può portare a lesioni cervicali precancerose (CIN, Cervical Intraepitelial Neoplasia) che, se non trattate, possono progredire fino al cancro cervicale invasivo. Inoltre, sia negli uomini che nelle donne, l’infezione da Hpv è associata con tumori della testa, del collo, dell’orofaringe e zona anogenitale, nonché con verruche anogenitali e papillomatosi respiratoria”.

 

In Italia, nel 2020, secondo le stime dell’Ico/Iarc Information Centre on Hpv and Cancer, vi sono stati oltre 15.000 casi di tumori e 6.000 decessi indotti dal virus HPV. Dal 2006 sono disponibili dei vaccini contro l’Hpv, composti da proteine purificate di alcuni tipi del virus (Vlp, Virus-like Particles), che mimano il capside virale e inducono una risposta anticorpale specifica per tipo di Hpv.

 

In Italia la vaccinazione contro l’Hpv viene offerta gratuitamente agli adolescenti: dal 2007 alle femmine, dal 2017 anche ai maschi. “Attualmente- prosegue Di Mauro- viene impiegato il vaccino 9vHpv (Gardasil-9), somministrabile dai 9 anni di vita, 7 che protegge contro i 9 sierotipi più pericolosi, ha dimostrato immunogenicità ed efficacia prolungate per circa 10 anni in femmine e maschi di età tra 9 e 15 anni 8 e previene oltre il 90% delle forme tumorali associate all’Hpv: 2 dosi a distanza di 6 mesi o 3 dosi se il ciclo vaccinale inizia dopo il compimento dei 15 anni”.

 

Il Piano nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 aveva posto come obiettivo il raggiungimento nel dodicesimo anno vita di coperture vaccinali anti Hpv = 95% per ciclo completo nelle ragazze. Lo stesso obiettivo per i ragazzi, ma da raggiungere con gradualità: >60% nel 2017, >75% nel 2018, >95% nel 2019.

 

L’analisi delle coperture vaccinali ha però evidenziato che la copertura vaccinale per Hpv in entrambi i sessi è ampiamente al di sotto del 95%, sia a livello nazionale che regionale. Nel ‘Commento’ alle coperture vaccinali per Hpv al 31.12.2021 (aggiornati a ottobre 2022), il ministero della Salute ha comunicato che “i dati 2021 delle coperture vaccinali (ciclo completo) anti Hpv, sia per le femmine che per i maschi”, confermavano “il trend in miglioramento sulle singole coorti di nascita (recuperi)” ma continuavano a “mostrare valori molto bassi”, al di sotto del 95%, sia a livello nazionale (coperture di poco superiore al 70% in alcune coorti nelle femmine e sempre inferiore al 60% per i maschi), che regionale.

Il documento dei pediatri Sipps informa che “il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità hanno calcolato che in Italia tra 1,1 e 1,3 milioni di giovani adolescenti nati tra il 2005 e il 2009, non vaccinati contro l’Hpv, non saranno protetti contro un gran numero delle malattie legate a questo virus. I costi derivanti dalla mancata vaccinazione ammonteranno a oltre 905 milioni di euro: con le coperture al 95%, vi sarebbe una riduzione dei costi di 529 milioni di euro, al netto di quelli spesi per l’attuazione del programma di vaccinazione”.

Come innalzare la copertura vaccinale? “Nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019, nel capitolo dedicato all’adolescenza (11-18 anni) delle ‘vaccinazioni per fascia di età’- risponde il presidente della Sipps Campania, Roberto Liguori- si affermava che il dodicesimo anno di vita era l’età preferibile per l’offerta attiva della vaccinazione anti-HPV a tutta la popolazione (femmine e maschi) e si raccomandavano le vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse e polio, contro il meningococco tetravalente Acwy e contro il Meningococco B (se presente nel calendario regionale), oltre agli eventuali richiami”.

“Nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025, approvato il 3 agosto 2023- precisa- l’età della vaccinazione anti-Hpv è stata anticipata al compimento dell’undicesimo anno di vita, con un programma di recupero per le donne almeno fino a 26 anni, anche utilizzando l’occasione opportuna della chiamata al primo screening per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, e per gli uomini almeno fino a 18 anni inclusi, con mantenimento della gratuità per tutte le dosi del ciclo vaccinale, qualora non siano stati precedentemente vaccinati o non abbiano completato il ciclo vaccinale”.

Nella nota a firma degli esperti della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale si legge ancora che “l’offerta delle vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse e polio, e contro il meningococco tetravalente Acwy, inizia invece dal compimento del dodicesimo anno, per cui l’undicesimo rimane a esclusivo utilizzo della vaccinazione anti-Hpv”.

“Aumenta così- continua la nota a firma dei pediatri Sipps- la probabilità che in questo periodo possa essere raggiunta la copertura vaccinale Hpv completa, anche se vi può essere l’interferenza della vaccinazione annuale contro l’influenza e forse anche di quella contro il Covid. L’inizio della vaccinazione a un’età inferiore a 12 anni consente uno sviluppo più robusto della risposta immunitaria e fornisce un periodo di tempo più lungo per completare la serie di vaccini prima della potenziale esposizione all’Hpv al momento del debutto sessuale”.

“Offrire con un anno di anticipo il vaccino HPV- interviene il vicepresidente Sipps Campania, Luciano Pinto- fornisce l’opportunità di completare il ciclo prima di dover vaccinare il minore con gli altri vaccini previsti per gli adolescenti e consente alle famiglie di vaccinare una figlia o un figlio per prevenire i tumori e le altre malattie collegate al virus HVP, prima dell’inizio della pubertà, lontano dalle preoccupazioni legate alla maturazione sessuale”.

“In questo spirito- conclude- l’American Academy of Pediatrics (Aap) e l’American Cancer Society (Acs) raccomandano di iniziare la serie di vaccinazioni Hpv a nove anni di età per completare la vaccinazione prima dell’inizio dell’attività sessuale. Iniziare la serie di vaccini Hpv prima degli altri previsti per gli adolescenti può favorire il completamento della serie nei tempi programmati, ma è necessario che le famiglie si rendano conto dell’importanza della vaccinazione attraverso una campagna di sensibilizzazione che informi genitori e adolescenti sui rischi dell’infezione da Hpv e dei modi per prevenirli, attraverso i centri vaccinali, ma, soprattutto, attraverso i medici e, in particolare, i pediatri, in cui le famiglie hanno fiducia e con i quali possono discutere di tutti gli aspetti delle vaccinazioni”.