Milano: Da villa della mafia a orto didattico col crowdfunding Bicocca

Milano. Anche un palermitano nel team che vuole realizzare un orto didattico e comunitario nel giardino di una villa confiscata a un narcotrafficante della mafia. L’obiettivo è quello di “Un bene da coltivare”, progetto selezionato nell’ambito della seconda edizione dell’Università del Crowdfunding, il programma di finanza alternativa dell’Università di Milano-Bicocca, promosso per consentire a studenti, ex studenti, docenti, ricercatori, dottorandi e dipendenti dell’Ateneo di realizzare progetti innovativi e idee imprenditoriali attraverso campagne di raccolta fondi sulla piattaforma Produzioni dal Basso.

 

La campagna di crowdfunding servirà per trasformare la villa che si trova a Rozzano in un vero e proprio percorso didattico e dimostrativo: 12 aiuole di circa 8 metri quadri l’una, una piccola serra utile per la crescita dei germogli e una lombricaia che servirà per la produzione del compost, più una mappa orientativa e pannelli esplicativi che accoglieranno i visitatori. Ultimati i lavori, sarà offerto alla cittadinanza un corso di formazione gratuito della durata di 16 ore. Villa e giardino saranno anche aperti una domenica al mese per circa 100 famiglie e ospiteranno attività per le scuole.

Il gruppo che ha sviluppato questa iniziativa è guidato da Mara Heidempergher, studentessa del corso intensivo per educatori socio-pedagogici dell’Università di Milano-Bicocca, e composto da dieci persone, tra le quali anche Giuseppe Cassata, originario di Palermo: «Puntiamo a realizzare un orto didattico e comunitario – dice Mara – all’interno di una villa confiscata alla ‘ndrangheta a Rozzano, a sud di Milano».

Il progetto ha ottenuto il patrocinio del Comune di Rozzano e l’appoggio di Fondazione di Comunità Milano, onlus impegnata nel sostegno allo sviluppo e al rafforzamento di comunità solidali ed integrate e nella promozione di progetti locali sostenibili grazie anche al contributo di istituzioni, terzo settore, imprese e cittadini. Con i soldi raccolti in crowdfunding e grazie al cofinanziamento di Fondazione di Comunità Milano, che scatterà qualora la campagna raggiungesse la metà dell’obiettivo (2.500 su 5.000 euro), il team di “Un bene da coltivare” potrà acquistare gli strumenti necessari per realizzare l’orto (vanghe, zappe, annaffiatoi, cesoie, motozappe, rastrelli, badili) con la consulenza di due agronomi professionisti.

La proprietà consiste in un edificio di oltre 350 metri quadrati su due piani con un giardino di 1.500 metri quadrati, una grande fontana abbandonata, un piccolo anfiteatro in cemento, fioriere tonde e statue alte un metro e mezzo. La villa apparteneva a un narcotrafficante che trasportava droga dal Sudamerica in Lombardia ed era stata confiscata definitivamente nel 2008. Attualmente è di proprietà del Comune di Rozzano e dal 2018 è oggetto di un processo di riqualificazione partecipata a cura del Comitato Molise 5, grazie ad un patto di collaborazione con l’Amministrazione comunale. Il comitato civico prende il nome dall’indirizzo della villa e ne fanno parte anche la studentessa e i componenti del suo team.

Dopo più di dieci anni di abbandono e degrado, la villa sta lentamente rinascendo come laboratorio di partecipazione e spazio rivolto all’educazione alla legalità, con un forte valore sociale, sede di spettacoli, concerti, mostre, dibattiti, feste, corsi e laboratori autogestiti. «Ora, grazie al programma Bicocca Università del Crowdfunding, vogliamo trasformare l’attuale piccolo orto presente nel giardino della villa – continua Mara – in un orto didattico e comunitario esteso per circa 150 metri quadrati di terreno, nella parte a nord del giardino, che risulta particolarmente degradata. Per poi sviluppare un percorso di sostenibilità ambientale e alimentare basato sui valori di legalità e lotta alla mafia da condividere con il maggior numero di persone e famiglie».

Non manca un pensiero alla situazione attuale, nell’intenzione dei promotori della raccolta fondi. «In questo momento di emergenza sociale che sta condizionando le nostre vite – afferma Mara Heidempergher –, anche se non è facile, bisogna guardare con ottimismo al futuro. Quando torneremo alla normalità speriamo che l’orto didattico, grazie a chi avrà creduto in noi e ci avrà sostenuto, possa diventare un simbolo di quei valori da preservare e sui quali investire di nuovo, come il bisogno di comunità. Partendo in primo luogo dai bambini e dall’educazione».

Per i tre istituti comprensivi di Rozzano (Calvino, Barozzi Beltrami, Monte Amiata) è previsto un percorso di educazione alla legalità, all’ambiente e all’alimentazione. Un laboratorio rivolto a circa 400 alunni che potranno così conoscere un bene del proprio territorio confiscato alla mafia, scoprire il valore del prendersene cura e imparare con la pratica come cresce il cibo che mangiano.

A partire da oggi e per due mesi è possibile contribuire concretamente alla realizzazione del progetto con una donazione sulla pagina dedicata. Si possono seguire gli sviluppi del crowdfunding sui social con gli hashtag #unbenedacoltivare e #BiUniCrowd. Obiettivo: 5mila euro.