Libano: Save the Children, a meno che non vengano prese misure urgenti, nel Paese i bambini che affrontano livelli di fame estremi aumenteranno del 14% nel 2023

Dai dati recenti, il Libano è il paese con la sesta peggiore crisi alimentare a livello globale per quota di popolazione che soffre di insicurezza alimentare, dopo Sud Sudan, Yemen, Haiti, Afghanistan e Repubblica Centrafricana.

L’Organizzazione chiede azioni urgenti per evitare che il Libano diventi il paese con la prossima tragica emergenza fame.

Secondo i dati, il numero di bambini in Libano che dovranno affrontare livelli di fame estremi, aumenterà del 14% all’inizio di quest’anno, a meno che non vengano intraprese azioni urgenti. È questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro, che lavora nel Paese dal 1953.

Secondo l’Organizzazione, quattro bambini rifugiati libanesi e siriani su 10 nel Paese stanno affrontando un’insicurezza alimentare acuta elevata (Fase 3), nel sistema di classificazione della sicurezza alimentare acuta superiore anche all’IPC[1], causata da una crisi alimentare risultato di anni di instabilità economica e alimentata da shock climatici e dalla crisi alimentare globale.

Già dalla prima analisi sull’insicurezza alimentare acuta dell’IPC (settembre-dicembre 2022)[2] condotta in Libano, i dati mostravano che il 37% della popolazione libanese e siriana nel Paese, vive affrontando un’insicurezza alimentare acuta elevata, con oltre 306mila persone che che devono fronteggiare una grave carenza di accesso al cibo che potrebbe portare alla fame. Se non verranno intraprese azioni urgenti, si prevede che questi numeri aumenteranno dal 37% al 42% – con 354mila nella fase 4 dell’IPC – per il primo trimestre del 2023[3].

I dati fanno del Libano il paese con la sesta peggiore crisi alimentare a livello globale per quota di popolazione che soffre di insicurezza alimentare, dopo Sud Sudan, Yemen, Haiti, Afghanistan e Repubblica Centrafricana[4].

La crisi socio-economica nel Paese, ha spinto tre quarti della popolazione nella povertà, con frequenti interruzioni di corrente, una disastrosa epidemia di colera che si è diffusa nei paesi vicini e un peggioramento della crisi monetaria che ha deteriorato le condizioni di vita di milioni di persone.

“Dovevamo assicurarci di acquistare solo le cose essenziali più economiche. La nostra dipendenza è dai cereali e dal pane. Prima compravamo carne e/o pollo settimanalmente, ora sono beni che non possiamo permetterci. I miei figli hanno perso peso ed energia. Sono le parole che Fadwa*, una donna libanese di 38 anni madre di tre figli a Beqqa, ha raccontato a Save the Children.  La famiglia di Fadwa ha ricevuto assistenza in denaro dall’Organizzazione per il supporto nelle spese domestiche.

“La crisi in Libano è sempre più una crisi che colpisce i bambini. I primi cinque anni di vita di un bambino sono fondamentali e temiamo che senza cibo abbastanza nutriente, un numero crescente di bambini soffrirà di malnutrizione o addirittura morirà di fame. Le famiglie ci dicono che sono costrette a saltare i pasti o a ridurre il numero di pasti nutrienti per i propri figli. Occorre fare di più per evitare che il Libano diventi il paese con la prossima tragica emergenza fame” ha dichiarato Jennifer Moorehead, Director di Save the Children in Libano.

Save the Children opera in Libano dal 1953. Per oltre sei decenni, Save the Children ha utilizzato approcci basati sui diritti per aumentare l’accesso di bambini, adolescenti e giovani a un’istruzione di qualità; per rafforzare la partecipazione e la protezione dei minori a livello familiare, scolastico e comunitario e per aumentare la sicurezza alimentare e l’accesso a opportunità di sostentamento, acqua pulita e ripari adeguati.

*I nomi sono stati cambiati per proteggere l’identità degli intervistati.