L’ALLARME: SALUTE DISEGUALE TRA NORD E SUD, INFLUISCE ANCHE SULL’ASPETTATIVA DI VITA

Presso la Biblioteca Nazionale Centrale si è tenuta l’Assemblea annuale di Federmanager Roma, l’organizzazione che rappresenta circa 20.000 manager industriali del Lazio. Il convegno pubblico dal titolo ‘Sanità Domani: Strategie per migliorare il Sistema Sanitario’ ha visto la partecipazione di numerose Istituzioni nazionali e locali, esperti e tecnici del Governo che hanno approfondito le criticità del sistema sanitario anche alla luce delle opportunità che il Pnrr mette a disposizione.

“Il Servizio sanitario nazionale (Ssn)- ha detto il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, intervenendo all’Assemblea – garantisce una ‘salute diseguale’ in Italia che influisce anche sulla riduzione degli anni di vita”.
“Inoltre- ha continuato Cartabellotta- le analisi condotte dal Gimbe confermano l’attrattività delle regioni del nord e la tendenza delle persone a spostarsi dalle regioni del sud. Nel periodo 2010-2019, 13 regioni, principalmente del centro-sud, hanno accumulato un saldo negativo di 14 miliardi di euro. Le prime quattro posizioni per saldo positivo sono occupate dalle tre regioni che hanno richiesto maggiore autonomia, ovvero Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, insieme alla Toscana”.
Cartabellotta ha poi spiegato che sulla base di dati Eurostat si vive più a lungo nelle regioni del centro-nord rispetto alle regioni del sud. “In testa- ha aggiunto- vi è la provincia autonoma di Trento con una media di 84,2 anni mentre chiude la classifica la Campania con 80,9 anni”. Una differenza che Cartabellotta giudica inaccettabile e che può essere superata attraverso “coraggiose riforme di sistema, una rigorosa governance delle regioni e investimenti vincolati per il personale sanitario”. “Altrimenti- ha concluso il presidente della Fondazione Gimbe- con i soldi del Pnrr dedicati alla salute si rischia di finanziare solo un costoso lifting del Ssn”.
All’evento hanno partecipato Francesco Rocca, presidente della regione Lazio, Andrea Costa, esperto del ministero della Salute in strategie di attuazione del Pnrr. Sono intervenuti inoltre Elena Bonetti, componente XII Commissione Affari Sociali della Camera, Alessandro Cattaneo, componente XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera, Ylenia Zambito, componente 10 Commissione Affari Sociali del Senato, Armando Indennimeo, presidente Assidai, Marcello Garzia, presidente Fasi, Giacomo Gargano, presidente Praesidium, Simona Signoracci, presidente Fondazione Vises, Maria Stella Giorlandino, presidente Fondazione Artemisia, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed e, in chiusura, Stefano Cuzzilla, presidente nazionale Federmanager.
“Il presidente Rocca- ha sottolineato il presidente di Federmanager Roma, Gherardo Zei- ha detto che con oltre 22 miliardi di debito che pesano sul bilancio della regione, la situazione dei Pronto Soccorso, le liste d’attesa, la carenza di personale sanitario e tutto ciò che ne consegue, occorre un intervento urgente e coraggioso. Federmanager Roma si propone alle istituzioni locali come partner attivo anche sui progetti Pnrr per costruire insieme un’azione corale e risolutiva che inverta la rotta del Sistema sanitario Regionale e quindi nazionale”.

Zei ha poi sottolineato l’importanza dei fondi sanitari “poiché sgravano il Servizio sanitario nazionale da un considerevole volume di impegni” ed ha auspicato degli sgravi fiscali alle casse private. “In questo modo- ha sottolineato- si produrrebbe un aumento delle coperture sanitarie private, con un alleggerimento aggiuntivo per il Servizio sanitario nazionale certamente superiore ai volumi degli sgravi concessi”.

Secondo il Presidente di Federmanager Roma è quindi giunto il momento di superare la contrapposizione tra fondi integrativi e Sistema sanitario nazionale: “È il momento di parlare di complementarità o integrazione di sistema nel mondo del Servizio sanitario”. “È quindi necessario non solo avvalersi del Pnrr come occasione di rinnovamento di tutto il sistema salute nel suo complesso- ha concluso Zei- ma anche allargare la platea degli attori coinvolti, cooptando nei progetti in primis proprio i Fondi sanitari integrativi”.