La delega fiscale. L’elenco dei buoni propositi e la realtà

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Approvata in Parlamento la delega fiscale con anche un po’ di voti dell’opposizione, sono tante le esultazioni per un fisco che si starebbe rinnovando. L’elenco dei buoni propositi è articolato e lo si trova facilmente sui media.

Quello che ci colpisce è che, soprattutto nel governo (e con opposizione pregiudiziale di parte dei partiti di non-governo) prevale una narrazione come se quanto approvato fosse già realizzato nei particolari e davanti a noi avessimo un roseo futuro dove il fisco uscirebbe dal tunnel di incomprensione, propaganda e vessazione. Ma non è così.

 

Una premessa. a delega fiscale approvata è praticamente simile a quanto aveva proposto il precedente governo Draghi, che è caduto grazie alla forte opposizione interna di chi oggi è di nuovo al governo e un’altrettanta forte opposizione esterna di quello che poi, con le elezioni, è diventato il partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia. Logico? A noi sembra solo potere….

 

Per noi cosiddetti comuni mortali, cosa cambia oggi? Nulla. Dovrebbe cambiare domani, ma è un domani verso cui si procede con infinite di emergenze a cui si danno solo risposte assistenzialiste e caritatevoli e che aprono ulteriori emergenze… valga l’esempio per eccellenza, quello dell’inflazione, dei prezzi che lievitano e di quanto viene fatto (aumento accise benzina, per esempio, e bonus e carità di vario tipo mescolata con bonus) (1).

 

La delega fiscale è come l’approvazione di un ordine del giorno per le prossime riunioni di condominio, non la decisione su quanto in elenco. A  differenza del condominio, dove non ci sono tempi limite ufficiali per le approvazioni, nella delega fiscale tutto deve essere realizzato – i cosiddetti decreti attuativi – entro 24 mesi. Ma,, come spesso accade, se questi 24 mesi non vengono rispettati… al massimo c’è l’opposizione che dice qualcosa, ma viene subito zittita dalla maggioranza che – fa o non fa – è l’unica a giudicare e controllare se stessa. Ovviamente ci dovrebbe essere il voto degli elettori nelle prossime elezioni che dovrebbe valutare, ma il tempo fa dimenticare, anche perché per tenere buoni gli elettori, le regalie e le carità di vario tipo, come il governo fa di continuo, non mancano mai.

 

Nel caso della attuale delega, c’è da aggiungere anche una tanto esaltata approvazione di un ordine del giorno (presentato da un partito di opposizione che poi non ha votato la delega fiscale) dove si invita il Parlamento a considerare la tassazione delle multinazionali che operano sul territorio italiano. L’ordine del giorno è come un due di picche nella partita di briscola della delega fiscale: il nulla che si aggiunge al nulla.

 

Tutto questo serva a capire cosa ci aspetta, cioè che i fatti parlamentari sono una cosa, la realtà un’altra.

 

 

1 – https://www.aduc.it/articolo/trimestre+anti+inflazione+carita+serve+solo+giorno_36489.php

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc