La Cisl Sicilia riunisce il suo consiglio generale nell’aula didattica del Centro Padre Nostro di Palermo

Il segretario generale, Sebastiano Cappuccio: “A 30 anni dal martirio del Beato Padre Pino Puglisi, la sua memoria è sempre più viva e noi la onoriamo ogni giorno con atti concreti”…

Palermo – Oltre 150 persone hanno partecipato al Consiglio generale della Cisl Sicilia, riunitosi, in presenza e a distanza, nell’aula didattica della Casa Museo “Don Pino Puglisi”. “Domani ricorrerà il trentesimo anniversario del giorno in cui è stato barbaramente ucciso il Beato Don Pino Puglisi – ha commentato il segretario generale della Cisl Sicilia – il cui messaggio è quanto mai di scottante e pressante attualità. Don Pino infatti ha concretamente offerto un’alternativa alla mafia in un contesto complesso e difficile, dimostrando che un altro futuro è possibile. Questo è ogni giorno il faro che ci accompagna nel nostro impegno, in mezzo ai lavoratori, ai cittadini, nelle periferie come nei luoghi di lavoro.

Esserci per cambiare, questo è ciò che vogliamo fare”. Ha portato il suo saluto il presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale, che ricordando l’impegno “ostinato e caparbio” del Beato Don Pino Puglisi, ha detto: “Continuiamo a Brancaccio la sua opera tra tante difficoltà ma con la tenacia, l’entusiasmo e la gioia nel cuore che ci fa guardare a lui come a un grande esempio di cittadino, uomo e sacerdote”.La Cisl Sicilia ha in cantiere iniziative e progetti finalizzati ad affrontare con “pragmatismo e partecipazione” i temi cruciali della legalità, dei giovani e del disagio sociale.

“Senza lavoro vero e sicuro, senza politiche sociali, senza prospettive e con la disgregazione dei valori – ha aggiunto Cappuccio – le mafie troveranno sempre terreno fertile su cui attecchire per la manovalanza. È indispensabile quindi ripartire da un nuovo modello di sviluppo che sia inclusivo e che tocchi soprattutto le aree più difficili, le realtà a rischio. Partendo dall’affermazione della cultura della legalità, bisogna attivare un meccanismo virtuoso che generi occupazione e condivisione sociale. È dovere di tutti impegnarsi al massimo affinché si realizzino queste precondizioni per liberarsi dalla schiavitù della criminalità organizzata. Lo dobbiamo al sacrificio di Don Pino Puglisi e di tutte le vittime della mafia”.