Istat: Serie difficoltà di tenuta economica. Crolla la produzione industriale

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Il rallentamento dell’economia internazionale si è prolungato anche nell’ultima parte dello scorso anno, colpendo in particolare il settore industriale e la domanda internazionale….

Nel quarto trimestre 2018, il Pil italiano ha segnato la seconda variazione congiunturale negativa consecutiva, determinata da una nuova flessione della domanda interna.

Il mercato del lavoro ha confermato il quadro di sostanziale stabilità dell’occupazione in presenza di lievi miglioramenti della disoccupazione.

Si conferma la tendenza di decelerazione dei prezzi condizionata dai ribassi dei costi energetici. Il differenziale con l’inflazione dell’area euro torna ad allargarsi.

A gennaio 2019, il clima di fiducia dei consumatori, dopo due flessioni consecutive, ha segnato un aumento mentre è proseguito il peggioramento dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese. L’indicatore anticipatore ha registrato una marcata flessione, prospettando serie difficoltà di tenuta dei livelli di attività economica.

A dicembre 2018 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,8% rispetto a novembre. Nel complesso del quarto trimestre il livello della produzione registra una flessione dell’1,1% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’indice destagionalizzato mensile mostra un lieve aumento congiunturale solo nel comparto dei beni intermedi (+0,1%); diminuiscono invece in misura marcata i beni di consumo (-2,9%) e l’energia (-1,5%) mentre i beni strumentali registrano una variazione nulla.

Corretto per gli effetti di calendario, a dicembre 2018 l’indice è diminuito in termini tendenziali del 5,5% (i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 18 di dicembre 2017). Nella media del 2018 la produzione è cresciuta dello 0,8% rispetto all’anno precedente.

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a dicembre 2018 un’accentuata diminuzione tendenziale per i beni di consumo (-7,2%) e per i beni intermedi (-6,4%); diminuzioni più contenute si osservano per l’energia (-4,4%) e per i beni strumentali (-3,5%).

Tutti i principali settori di attività economica registrano variazioni tendenziali negative. Le più rilevanti sono quelle dell’industria del legno, della carta e stampa (-13,0%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-11,1%) e della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-7,9%).