Invasione Ucraina. Digiuno e sciopero della fame?

Il papa cattolico Francesco I ha chiesto all’umanità di digiunare per la pace, il prossimo 2 marzo, che per i cattolici, cosiddetto mercoledì delle ceneri, è il primo giorno di Quaresima (1): digiuno di penitenza e preghiera che ogni credente fa per se stesso, e sentirsi spiritualmente più vicino al proprio credo e, nel nostro caso, alle vittime dell’invasione. Un privarsi del cibo per se stessi, per quanto altruista possa essere l’invito di Bergoglio.

Come chi si priva del cibo per motivi salutisti: ognuno ha il proprio dio.
Altra cosa è lo sciopero della fame. La parola “sciopero” indica di per sé una forma di lotta che dovrebbe turbare lo status quo. Mitici e istruttivi quelli di Marco Pannella ieri e di Rita Bernardini oggi: mi privo del cibo, sto male, metto nelle mani di chi ha il potere la decisione se farmi continuare a stare male, condizione perché io riprenda a mangiare è che il potere faccia proprie le mie rivendicazioni, che sono nell’ambito di doveri e diritti già sanciti e riconosciuti dallo stesso potere.
Il digiuno del papa, spirituale, chiama ogni suo fedele, a riflettere sulla propria religione e, per l’occasione, anche su come va il mondo. Lo sciopero della fame non si rivolge a se stessi, ma all’altro detentore del potere. Il primo dovrebbe aiutare il ricongiungimento spirituale del fedele coi fatti del mondo, il secondo dovrebbe stimolare il potere al rispetto e alla coerenza con se stesso.

Lo sciopero della fame, invasione ucraina in corso, sarebbe inutile. Come si fa a chiedere a chi esercita il potere di rispettare le leggi che si è dato e che ha condiviso a livello mondiale, se proprio l’invasione è di per sé violazione della ratio di questo potere? L’interlocutore, Putin, non mostra attenzione verso questa coerenza. Non solo, ma ritiene di essere coerente con se stesso nel momento in cui bombarda, ammazza e invade. Coi dovuti riferimenti e contesti storici, è quanto abbiamo già visto nel secolo scorso con l’avvio dell’invasione dell’Europa da parte della Germania nazista.

Il digiuno del papa c’entra ancora meno, ché mette al centro del bene comune la spiritualità individuale. Sintomatico (e contraddittorio) che questo invito arrivi proprio da chi sostiene sempre che l’individualismo sia il male da combattere.

Queste riflessioni non intendono individuare il metodo presunto giusto per fermare l’invasione, ma solo aiutare a chiarire cosa possa servire o meno. E forse abbiamo spiegato l’inutilità nel contesto di queste forme di lotta.
Crediamo che oggi possa avere incisività l’espressione del consenso individuale (anche con manifestazioni) verso chi opera per mettere in difficoltà economiche, militari e politiche l’invasore (2).

1 – https://it.wikipedia.org/wiki/
2 – https://www.aduc.it/articolo/stati+uniti+europa+iniziative+ue+fermare+putin_34065.php

François-Marie Arouet – Aduc