Governo. Conte, Renzi e il campanello di allarme. Una chiave di lettura diversa

“Ma come, siamo in piena pandemia, depressione economica e Renzi provoca una crisi politica?”, si chiedono numerosi italiani. Vediamo una chiave di lettura diversa.

Facciamo memoria della Germania, che ha promosso il Recovery Plan, della merkelliana CDU, sulla quale è centrata la politica del Parlamento europeo, e della altrettanto merkelliana Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.

Leggiamo cosa dice il Frankfurter Allgemeine Zeitung, in merito alla crisi politica italiana.

“L’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è guardato come il colpevole, ma Renzi ha ragione.

Da quando sono al governo, M5s e Pd, hanno continuato a litigare paralizzandosi l’un l’altro.

Il governo Conte voleva spendere a pioggia i 209 miliardi del Recovery, da versare alle rispettive clientele, invece di impegnare questi fondi in riforme strutturali sulle quali l’Italia è in ritardo.

Solo dopo l’ultimatum di Renzi, le risorse per sanità, istruzione e infrastrutture sono state aumentate notevolmente.

Renzi ha anche ragione a insistere sul fatto che l’Italia utilizzi i miliardi di euro del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), riservato al sistema sanitario in crisi, ma il M5S non vuole ricorrere a questo finanziamento per ottusità ideologica.

La rottura della coalizione, da parte di Renzi, è stato un campanello d’allarme.”

 

Il commissario agli Affari economici della Ue, Paolo Gentiloni, ieri ha dichiarato: “La bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia è in generale convergente con i nostri obiettivi, ma deve essere discussa e rafforzata dal punto di vista delle riforme, delle raccomandazioni comunitarie, dei dettagli sul calendario e degli obiettivi da raggiungere”.

 

E’ una chiave di lettura di quel che è successo in questi giorni diversa da quella che circola nel nostro Paese e, soprattutto, nei “social”.

Una lettura diversa che arriva dalla Germania e dalla Ue.

 

Più campanello di allarme di così!

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc