Governo, banche e migranti. Il caso Carige

Se i migranti fossero banche li avreste già salvati, tuonava Alessandro Di Battista; gli faceva eco Matteo Salvini con “Mai aiuteremo le banche con i soldi pubblici.”.

Che dire?
Oggi la situazione è ribaltata: il Governo del popolo e del cambiamento salva la banca Carige e lascia i migranti in mare.

Con quali soldi si intende salvare la Carige? Con quelli del decreto “salva banche” del governo Gentiloni, che stanziava 20 miliardi da usare in queste occasioni. Il decreto Gentiloni, che seguiva le procedure europee, fu aspramente combattuto dal M5S e dalla Lega che, oggi, invece, lo utilizzano per il salvataggio della Carige.

Vediamola questa storia della banca Carige.

La Banca Carige (acronimo di Cassa di Risparmio di Genova e Imperia) ha sede a Genova. Ha origine a fine del 1400, con una storia secolare alle spalle come il Monte de’ Paschi di Siena (MPS). E’ presente soprattutto in Liguria.

La crisi della banca è stata tale che è dovuta intervenire la Banca Centrale Europea commissariandola, cioè sollevando dall’incarico i dirigenti. E’ un caso di intervento della BCE unico in Italia.
I commissari hanno annunciato che emetteranno obbligazioni, utilizzando la garanzia dello Stato ed è prevista una ricapitalizzazione, cioè un intervento diretto dello Stato, analogamente a quanto avvenuto con il MPS.
Lo scopo è quello di garantire investitori e risparmiatori.

Costo delle operazioni 4 miliardi di soldi pubblici, cioè nostri.

Per inciso, la vicenda Carige, come quella del MPS, nulla ha a che vedere con il caso della banca Etruria.

Insomma, questo Governo del cambiamento sta facendo le stesse cose dei governi precedenti.
Con buona pace di coloro che ci hanno creduto.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc