GNL, dalla tragedia in Texas al caso Pesaro: l’ombra lunga dell’industria insalubre nei territori abitati

Quando il gas liquido uccide in cantiere e minaccia la salute delle comunità. Il caso Golden Pass e la battaglia civile contro il progetto GNL nella zona industriale di Tombaccia a Pesaro…

Il 3 agosto 2025, Pedro Campbell Romero, 50 anni, operaio specializzato di Odessa, è morto tragicamente mentre lavorava all’impianto Golden Pass LNG, a Sabine Pass (Texas). La dinamica esatta dell’incidente è ancora oggetto d’indagine da parte dell’OSHA, ma secondo le prime ricostruzioni, si tratterebbe di un episodio riconducibile ai rischi ricorrenti nei cantieri legati al GNL: accumuli di gas, mancato isolamento di energia, interazioni pericolose tra macchinari e piattaforme.

Golden Pass è uno dei progetti più imponenti nel settore del gas liquefatto, ed è già stato teatro di altre segnalazioni per condizioni di lavoro estreme, sovrapposizione di appalti e turni usuranti.

Mentre a Sabine Pass si indaga su una morte sul lavoro, in Italia cresce l’allarme per il progetto GNL previsto a Pesaro, nella zona industriale di Tombaccia, a ridosso di scuole, abitazioni e aree ecologicamente sensibili.

Il progetto, promosso da Fox Petroli, prevede la realizzazione di un impianto di liquefazione di metano in un sito altamente urbanizzato. Già bocciato dai Vigili del Fuoco per carenze sul piano della sicurezza antincendio, il progetto viene oggi portato avanti nonostante l’assenza di una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), in violazione dei principi di precauzione e delle normative europee.

Chi ha osato sollevare dubbi sul progetto è stato colpito da azioni legali che non hanno precedenti. La società Fox Petroli infatti ha citato per diffamazione due attivisti, Roberto Malini e Lisetta Sperindei, chiedendo 2 milioni di euro di risarcimento, la somma più alta mai richiesta a singoli attivisti, mentre a organizzazioni come GreenPeace sono state richieste somme ancora maggiori. Una strategia aggressiva che rientra, secondo alcune organizzazioni, nella definizione di SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation), riconosciuta a livello europeo come una delle minacce più gravi alla democrazia ambientale.

Nel frattempo, la mobilitazione dal basso continua. Le osservazioni presentate da comitati e associazioni, le interrogazioni parlamentari e il sostegno di esperti e giuristi stanno facendo emergere criticità profonde nell’intero iter autorizzativo.

Quella del GNL è una falsa transizione ecologica. I casi come Golden Pass e Pesaro mostrano che l’industria fossile continua a espandersi, cercando spazi di comodo, consenso semplificato e riduzione dei controlli, anche a discapito della sicurezza e della salute pubblica.

Le vittime non sono solo quelle immediate, come Pedro Campbell Romero, ma anche le comunità che si ammalano a causa delle emissioni, le famiglie che vivono accanto a serbatoi e tubature ad alta pressione, i territori compromessi per decenni.

La vera transizione richiede coraggio, trasparenza e partecipazione. In Texas come in Italia. E richiede che l’industria fossile non possa più decidere dove e come installare i propri impianti. Serve un ritorno alla civiltà e alla democrazia, senza autorizzazioni facili rilasciate all’industria insalubre e pericolosa, a discapito della salute pubblica e dell’ambiente.