Furto del bancomat in appartamento: rimborsati 1.107 euro a Roma

Vittoria di Confconsumatori presso l’Arbitro Bancario e Finanziario (Abf), che ha riconosciuto il diritto al rimborso di 1.107 euro nei confronti di una consumatrice romana, corrispondente all’importo di 7 operazioni disconosciute a seguito del furto dello strumento di pagamento avvenuto nella propria abitazione.

 

I FATTI – Durante la notte tra il 26 e il 27 marzo 2021, i ladri si sono introdotti nell’abitazione della donna, molto probabilmente narcotizzando lei, il marito e i cani, prima di procedere al furto, fra le altre cose, della carta bancomat collegata al conto corrente presso l’istituto di credito resistente.

Tra le 04:48 e le 08:20 del 27.03.2021 sono stati effettuati prelievi fraudolenti per la somma complessiva di 1.157 euro, per la quale la consumatrice ha chiesto il rimborso all’intermediario, ricevendo però risposta negativa.

Non essendo riuscita a definire la controversia attraverso il reclamo, la nostra associata ha promosso una procedura davanti all’Arbitro Bancario Finanziario.

LA DECISIONE DELL’ABF – L’intermediario intendeva obiettare che le operazioni erano state effettuate correttamente, senza che emergesse alcuna anomalia, autenticate tramite il microchip della carta e la corretta digitazione del PIN senza errori, attribuendo quindi alla nostra associata la ‘colpa grave‘ per custodire insieme la carta bancomat e le credenziali di accesso.

L’Arbitro ha inteso escludere la colpa grave in caso di furto in appartamento, specificando che la ragione che sostiene questo orientamento è che proprio custodire nella propria abitazione le credenziali degli strumenti di pagamento – in un luogo riservato, dove massimamente si esercita il controllo sui propri beni, come la casa – integra il normale canone di diligenza nell’utilizzo degli strumenti elettronici.

 

«L’Arbitro Bancario e Finanziario – ha dichiarato l’avvocato Barbara d’Agostino Presidente Confconsumatori Lazioha riconosciuto un principio fondamentale e precisamente la totale assenza di colpa quando si è vittima di furto, ed ha oltretutto sottolineato in modo chiaro che la soglia di diligenza richiesta deve essere ridimensionata e parametrata al contesto, come nel caso specifico in quanto il furto è avvenuto in un luogo privato, inaccessibile ai terzi, condannando quindi Crédit Agricole al rimborso delle somme illegittimamente sottratte dal conto corrente».