Formazione e territorio: inaugurata la quinta Summer School su cave e sostenibilità

CATANIA – La Summer School degli Ingegneri di Catania e dell’Università etnea si conferma un appuntamento di riferimento, capace di crescere ed evolversi fino a diventare un laboratorio con respiro regionale e nazionale. Inaugurata ieri pomeriggio, 12 settembre, la quinta edizione amplia ancora di più i suoi orizzonti, accogliendo studenti, docenti ed esperti provenienti da tutta Italia e puntando su un approccio fortemente interdisciplinare

«Anche quest’anno – commenta il presidente dell’Ordine, Mauro Scaccianoce – abbiamo voluto allargare i nostri orizzonti, arricchendo le competenze e la professionalità con un parterre di docenti di altri Atenei italiani. A dimostrazione che la Summer School riflette l’evoluzione della nostra attività, caratterizzata sempre più da collaborazione, interdisciplinarità e da progetti complessi e articolati. Inoltre – aggiunge – vuole essere non solo un’opportunità di crescita e scambio di idee, ma anche un appuntamento nato per rafforzare il legame con il territorio. Una sfida contro la fuga di cervelli, con l’obiettivo di trattenere i talenti e valorizzarli in un contesto regionale e provinciale che oggi offre nuove opportunità occupazionali, in una fase di forte cambiamento e di rinnovata voglia di sviluppo». Una richiesta crescente di professionisti confermata anche dal direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura di UniCT Matteo Ignaccolo, che accende i riflettori «sull’importanza della sinergia tra le parti, strumento per dare un grande contributo in chiave futura». Collaborazione che ha portato alla nascita della Summer School che, per l’Università, «rispecchia la continua ricerca di qualità e la crescente proposta di iniziative per la crescita personale, professionale e per l’interazione umana. Aspetti che sintetizzano al meglio i tre obiettivi principali dell’Ateneo: didattica, ricerca e terza missione».

Formazione che vede in prima linea le attività della Fondazione degli Ingegneri della provincia di Catania, dipingendo l’iniziativa come «un perfetto collante tra studenti e professionisti, accomunati nei loro percorsi a confrontarsi con studio, ricerca, approfondimento e progettazione», commenta la vicepresidente della Fondazione Sonia Grasso. Un progetto di grande spessore che, come evidenziato dal consigliere dell’Ordine Stefano Cascone, quest’anno ha visto ben 90 richieste di partecipazione e una macchina organizzativa complessa, impegnata per quasi un anno con grande dispendio di energie e risorse, alcune delle quali investite per abbassare la quota di partecipazione.

La singolarità, l’innovazione e il grande coinvolgimento a livello regionale e nazionale della Summer School sono gli elementi molti apprezzati dalla Consulta degli Ordini di Sicilia, che ha patrocinato l’iniziativa. «Si tratta di un evento unico in Italia – dichiara il presidente della Consulta Fabio Corvo – in grado di instillare i valori della cultura ordinistica, oltre a offrire sempre progetti di qualità e veicolare il valore e l’importanza degli ingegneri nelle decisioni politiche e nell’architettura».

A presentare alcune peculiarità della Summer School, che si terrà alle Eolie, e precisamente a Lipari dal 24 al 28 settembre prossimi, è stato il professore di Architettura tecnica del DICAr Vincenzo Sapienza: «Quest’anno abbiamo arricchito le competenze, aggiungendo in squadra docenti di Università italiane diverse e figure professionali di altri settori, così da avere un approccio diverso e di più larghe vedute». Di spicco, infatti, Fabio Fatiguso (Politecnico di Bari), Edoardo Currà (Università “La Sapienza” di Roma), Annarita Ferrante (Università di Bologna), Rossella Corrao (Università di Palermo), Renata Morbiducci (Università di Genova), Francesco Polverino (Università di Napoli), Renato Morganti (Università dell’Aquila), Cristina Natoli (commissario architetto Commissione Nazionale PNRR PNIEC) e Antonio Calabrò (presidente Museimpresa). «Tra gli obiettivi – aggiunge Sapienza – quello di realizzare un unico progetto finale tridimensionale».

Ad analizzare gli aspetti teorici e pratici che verranno affrontati sul campo i relatori, i cui interventi sono stati moderati dal referente della Summer School, il segretario dell’Ordine Alfredo Foti. Sul podio: Grazia Maria Nicolosi (assegnista di ricerca in Composizione architettonica del DICAr), Angelo Monteleone (assegnista di ricerca in Architettura tecnica del DICAr), Stefano Cascone (borsista di ricerca in Architettura tecnica del DICAr), Francesco Nocera (professore di Fisica tecnica ambientale del DICAr), Rosaria Musumeci (professoressa di Idraulica del DICAr), Martina Stagnitti (Ph. D. in Idraulica del DICAr), Francesco Marino (direttore generale della Geobrugg AG), Matteo Ignaccolo (professore di Trasporti del DICAr), Vincenza Torrisi (ricercatrice universitaria di Trasporti del DICAr), Vito Valotta (Ph. D. in Scienze delle costruzioni del DICAr) e Alessandro Lo Faro (ricercatore in Produzione e gestione dell’ambiente costruito del DICAr). Quest’ultimo ha presentato una breve parte del programma e il masterplan dell’iniziativa: 9 i gruppi, che dovranno sviluppare dei progetti di riqualificazione e riutilizzo delle cave di pomici PUMEX, affrontando i temi della sostenibilità ambientale, delle infrastrutture e della sicurezza idraulica e sismica.