Donne e tumori: Solo il 20% ritiene di aver ricevuto un supporto sufficiente

Un’indagine condotta a livello globale rivela che le donne che convivono con un tumore si sentono stigmatizzate e senza sostegno, sottolineando bisogni insoddisfatti relativi a servizi di supporto e ad una maggiore informazione…

 

  • I risultati dell’indagine mostrano la necessità di una maggiore collaborazione tra istituzioni, professionisti del settore sanitario, datori di lavoro e stakeholder per offrire sostegno alle donne che convivono con un tumore
  • Sono state identificate alcune aree principali sulle quali è necessario discutere, valutare e agire
  • Tra i 23 Paesi coinvolti nell’indagine, anche l’Italia, con la partecipazione di 200 donne

Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, ha pubblicato il report Supporting Women With Cancer, presentando i risultati di un’indagine condotta a livello globale che ha coinvolto 4.585 donne in 23 Paesi. L’indagine ha rilevato che solo una donna su cinque (il 20%) a cui è stato diagnosticato un tumore ritiene di aver ricevuto un supporto sufficiente riguardo alla gestione delle responsabilità familiari o all’adeguamento della propria condizione lavorativa al mutato stato di salute; il 45% era consapevole dei segni e dei sintomi di un tumore prima della diagnosi e quasi la metà (47%) non aveva mai partecipato ad un programma di screening oncologico. Inoltre, i risultati hanno fatto emergere come esistano margini di miglioramento sia per aumentare la conoscenza su tutti i tipi di tumore e sui relativi fattori di rischio, sia per accrescere la consapevolezza relativa all’accesso ai programmi di screening ed ai servizi di supporto alle donne. Infine, un quarto delle donne (25%) ha percepito di essere stato stigmatizzato maggiormente rispetto agli uomini a causa della malattia.

 

Le interviste alle donne italiane hanno rivelato importanti bisogni non soddisfatti anche nel nostro Paese: il 51% delle donne intervistate era a conoscenza dei segni e sintomi del tumore prima della diagnosi, una percentuale maggiore rispetto alla media globale, ma comunque da migliorare. Inoltre, è emersa una sottovalutazione dei rischi associati a tumori non considerati femminili, tra cui quello al colon retto e al polmone. Più di una donna italiana su tre, poi, non ha mai partecipato ad un programma di screening oncologico in grado di migliorare la diagnosi precoce.

 

Belén Garijo, CEO Healthcare e membro dell’Executive Board di Merck dichiara: “Oltre a rendere accessibili i farmaci più efficaci, ci impegniamo ad accompagnare e a sostenere le donne affette da tumore durante il loro difficile percorso. Questo studio ci fornisce nuove informazioni sugli innumerevoli aspetti della vita di una donna che cambiano dopo una diagnosi di cancro e che devono essere presi in considerazione per migliorare la loro salute e la qualità della vita”.

 

Ideata in collaborazione con l’Union for International Cancer Control (UICC), l’indagine ha rivelato che un terzo delle donne (34%) ha riferito di non aver ricevuto alcun sostegno dal proprio datore di lavoro a seguito della diagnosi e meno della metà di quelle in età fertile (45%) ha affermato di aver ricevuto consigli in materia di pianificazione familiare dal proprio specialista. Nonostante le sfide affrontate, solo il 42% delle intervistate ha avuto accesso a servizi di supporto, facendo emergere come la conoscenza relativa alle attività di sostegno e alle risorse educative disponibili per le donne affette da cancro potrebbe essere bassa, e la necessità, di  servizi più adatti agli effettivi bisogni delle donne.

In Italia, la stragrande maggioranza delle donne intervistate (85%) dichiara di non aver ricevuto sufficiente supporto per gestire le responsabilità familiari o lavorative (81%). Solo il 32% ha avuto accesso a servizi di supporto e al 52% delle donne non è stato offerta dal proprio specialista una consulenza sulla preservazione della fertilità o sulla pianificazione familiare.

 

L’indagine ha inoltre mostrato la necessità di una maggiore sensibilizzazione per quanto riguarda i tumori nelle donne. Risultano infatti sottovalutati i fattori di rischio associati a tipi di tumore che non sono generalmente considerati “tumori delle donne”, come quello ai polmoni e al colon-retto. Anche le donne anziane e quelle nei Paesi a reddito basso o medio sono risultate meno consapevoli dei segni e dei sintomi del cancro prima della diagnosi, rispetto a quelle nei Paesi ad alto reddito. I risultati hanno fatto emergere come sia necessaria una maggiore attenzione, indipendentemente dal reddito e dal livello di istruzione, per migliorare la comprensione e il riconoscimento da parte delle donne dei segni, sintomi e fattori di rischio del cancro, in particolare per quelli in cui le donne sono ad alto rischio.

 

Cary Adams, CEO dell’UICC, ha affermato: “Dobbiamo migliorare tutti gli strumenti a nostra disposizione per aumentare la consapevolezza delle donne sui sintomi del tumore. Non solo quella relativa alle neoplasie femminili, ma anche di altri tipi come il tumore del polmone, del colon-retto o dello stomaco. L’UICC invita la comunità oncologica mondiale ad attivarsi per aiutare le donne a comprendere meglio i segni e i sintomi dei tumori e permettere così che si presentino alla diagnosi ad uno stadio che migliori le loro possibilità di sopravvivenza.”

 

La diagnosi precoce del tumore è riconosciuta come lo strumento in grado di aumentare le possibilità di successo di un trattamento e l’indagine ha evidenziato la necessità di una maggiore consapevolezza e comprensione dei programmi di screening oncologici e del ruolo che svolgono. Per le donne che non hanno partecipato a programmi di screening, i tre motivi più significativi sono stati: non prendere sul serio i loro sintomi (52%); temere una diagnosi (38%) e ritardare una visita al proprio medico a causa dei costi (29%). Le donne di età compresa tra i 18 e i 40 anni hanno avuto maggiori probabilità di subire ritardi nella diagnosi (49%) rispetto ad altri gruppi di età, soprattutto a causa del fatto che i sintomi non sono  statipresi sul serio (43%).

Nel nostro Paese, tra le barriere che hanno ritardato l’accesso agli screening, la scarsa consapevolezza della necessità di sottoporsi ai controlli diagnostici e la paura della diagnosi.

Il programma Supporting Women With Cancer è stato condotto a sostegno dell’iniziativa Healthy Women, Health Economies, che riunisce pazienti, governi, professionisti del mondo sanitario, datori di lavoro e altri stakeholder che intendono  offrire supporto al miglioramento della salute delle donne, in modo che possano prosperare e integrarsi e contribuire alla crescita delle loro comunità. Merck si impegna a sostenere le pazienti in tutti gli aspetti della vita, incluse la fase post-diagnosi e la terapia, collaborando con il mondo dell’oncologia affinché si individuino soluzioni in grado di trasformare queste intuizioni in risultati significativi per le donne affette da tumore. Nel rapporto sono illustrate diverse raccomandazioni su come raggiungere questo obiettivo.

Il rapporto completo Supporting Women With Cancer è disponibile a questo link.