
“Il testo attuale, approvato dal Senato con degli importanti miglioramenti che vanno nella direzione auspicata da Save the Children, consente di compiere un passo avanti nella tutela degli orfani di femminicidio e delle vittime di violenza, anche minorenni. Al tempo stesso ricordiamo che la violenza maschile contro le ragazze e le donne è un fenomeno complesso, che richiede interventi su più fronti, a partire dalla prevenzione, intesa anche come educazione, informazione e sensibilizzazione sulle relazioni, la sessualità, il consenso e il rispetto, fin dai più giovani. Per questo riteniamo necessario introdurre un percorso continuativo e strutturato di educazione affettiva e sessuale nelle scuole, in forme adeguate alle diverse età e realizzato da esperti qualificati”.
Lo ha dichiarato Giorgia D’Errico, Direttrice Relazioni Istituzionali di Save the Children, nel corso dell’audizione in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati sul disegno di legge che introduce il reato di femminicidio, sottolineando che “la scuola può essere un punto di riferimento fondamentale, aiutando ragazzi e ragazze a orientarsi e a ricevere informazioni corrette e sicure”.
A tale proposito, l’Organizzazione ha sottolineato che, in base a una sua recente ricerca, solo il 47% degli adolescenti, ovvero meno di una/o su due, ha ricevuto un’educazione sessuale a scuola, una percentuale che scende al 37% al Sud e nelle Isole. La stessa indagine ha evidenziato che il 91% dei genitori ritiene utile l’introduzione di questi percorsi obbligatori a scuola.
Il testo – ha ricordato D’Errico – prevede un ampliamento dell’accesso ai benefici previsti per gli orfani di femminicidio a tutti coloro che sono stati privati della madre perché uccisa in quanto donna, anche in assenza di un legame sentimentale – attuale o passato – tra la vittima e l’autore del reato, superando così un limite finora previsto dalla legge. Altrettanto importante è l’estensione dei benefici economici anche ai figli di donne sopravvissute a tentativi di femminicidio, ma rimaste gravemente compromesse al punto da non poter più prendersi cura dei propri figli. In questi casi, i minori avranno diritto alle stesse tutele previste per gli orfani di femminicidio.
Save the Children ha accolto positivamente la possibilità prevista dal testo per le minorenni, a partire dai 14 anni, di accedere ai Centri Antiviolenza per ricevere informazioni e orientamento, senza necessità di una preventiva autorizzazione da parte dei genitori.
Infine, secondo l’Organizzazione è fondamentale istituire un sistema strutturato di rilevazione di dati statistici, da raccogliere in modo sistematico e con cadenza regolare, che includa anche quelli relativi ai figli delle vittime di violenza domestica e di genere, con particolare attenzione agli orfani di femminicidio. “Auspichiamo la piena attuazione della legge 53 del 2022, che prevede disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere. La violenza maschile contro le donne e le ragazze e la violenza assistita sono fenomeni ancora in gran parte sommersi, di cui il femminicidio rappresenta l’espressione più grave, che giunge al culmine di una serie crescente di azioni contro la vittima. Una raccolta dati puntuale può aiutare a quantificare il numero di donne e minori vittime di violenza, monitorare il fenomeno e orientare le politiche di prevenzione, protezione e cura”, ha concluso D’Errico.