Covid, tamponi e contagi. I numeri non tornano. Quali conseguenze?

Covid insiste, ma infezioni con meno conseguenze drammatiche rispetto al passato. Dati statistici rilevanti che, però, crediamo in difetto, e per questo passibili di compromettere l’azione di prevenzione e cura. Come emerge numericamente e culturalmente questo difetto? Osservazioni e considerazioni tra medici e vicini.

Anche se i notiziari di ogni tipo non aprono con le statistiche covid, è innegabile che la pandemia sia tutt’altro che terminata. Il 15 aprile più di 61mila contagiati, 133 i morti, più di 397mila i tamponi effettuati con positività al 15,49% (61.555), 49 ricoveri in terapia intensiva (1) Questi i dati su cui lavora il nostro Sistema Sanitario per cure e politiche di prevenzione.

A parte ricoveri e morti, crediamo che gli altri dati non siano reali. Non per responsabilità delle nostre Autorità, ma risultato dall’incontro dei test fai-da-te con la consuetudine dell’italiano medio a non considerarsi parte della Nazione, non cogliendone i conseguenti vantaggi anche per sé.

Premessa. I test fai-da-te (antigenici rapidi) Sembra siano affidabili quando individuano positività e fallaci tra 20-30% per la negatività. I risultati si hanno entro 10-15 minuti dal prelievo con tampone.

Questi test sono gli stessi fatti nelle farmacie, dove la differenza “tecnica” rispetto a farseli a casa propria è la professionalità di chi fa prelievo e verifica. “Burocraticamente” il test fatto in farmacia comporta la registrazione sul SSN dell’operazione, negativi (e si va nel novero dei tamponi nazionali effettuati) o positivi (si va anche nel novero dei contagiati). Per questi ultimi scatta la sospensione del green pass, la quarantena di 7 giorni fino al successivo tampone. Costo dell’operazione in farmacia tra 15 e 25 euro.

 

Ci sono anche i test veritieri al 100% (molecolari), ma vengono fatti solo in strutture sanitarie, dietro prescrizione medica e, pur se sono gratuiti, son molto meno utilizzati per la non articolata presenza di queste strutture sul territorio e per i tempi lunghi (rispetto a farmacie) necessari a fissare prelievo ed ottenere risultati.

 

Test fai-da-te: primo approccio con il virus Quasi tutti, al primo sintomo (tipo influenza) o contatto a rischio, si fanno i test da soli comprandoli in farmacia (5-10 euro l’uno) o al super (da 2-3 euro).

A questo punto i comportamenti differiscono.

* Se negativo, il testato si tranquillizza oppure insiste coi test rapidi, e quelli più scrupolosi passano al test molecolare; chi non fa quest’ultimo, sottovalutando il margine di errore 20-30% sulla negatività, potrebbe essere portatore e diffusore del virus.

* Se positivo ci sono due comportamenti:

– alcuni si rifanno il test rapido in farmacia o quello molecolare in struttura sanitaria. Ufficializzano la positività, facendo scattare quarantena e tempi ufficiali per la riverifica di 7 giorni che, se risulta ancora lo status di positivo, prolunga la quarantena di altrettanti giorni. Questi finiscono nelle statistiche ufficiali.

– altri, informandosi in vari modi su come affrontare il contagio (Internet, media, amici, medico di base, etc), si mettono in quarantena fino a che, con altrettanto test fai-da-te non risultano negativi. Questi ultimi, il cui numero non è noto, non vanno in nessuna statistica. Il loro green pass non viene sospeso. Sulla loro scheda sanitaria non risulta che siano stati contagiati e, nel caso, guariti. Per eventuali nuove prescrizioni/indicazioni sanitarie (ulteriore dose del vaccino, per esempio) sono considerati alla stregua di chi vaccinato non ha contratto il virus.

Le motivazioni di questi positivi clandestini sono individuali (2): “non posso permettermi i tempi standard dell’Asl rispetto alla mia attività e, del resto, questi tempi son lì lì per essere modificati e stabiliti individuo per individuo”.

 

Conseguenze dei positivi clandestini

Strutture del SSN e singoli medici, di conseguenza, hanno difficoltà e non-certezze sulle proprie azioni.

Da quando tutti abbiamo imparato a gestire meglio la pandemia, sono venute meno una serie di limitazioni, e nella minore attenzione alla prevenzione (primavera in corso ed estate alle porte complici) si sono aperti squarci preoccupanti confermati dalla statistiche alte di contagi e positivi di queste settimane, pur se confortate dalla minore letalità del virus.

 

Informazioni e osservazioni sul campo

Queste informazioni le abbiamo raccolte e filtrate grazie ad alcuni medici di base operativi sul covid. Medici che ogni giorno faticano a convincere i propri assistiti a seguire le indicazioni del SSN, pur spiegando i relativi vantaggi per loro stessi e per l’intera comunità.

Non esiste ovviamente statistica o stima della quantità dei positivi clandestini. Intrecciati e coinvolti in diversi modi nella pandemia, ascoltate informazioni e considerazioni di questi medici, allargata la nostra osservazione, ci siamo resi conto che è pratica diffusa.

 

Ci domandiamo se le Autorità ne siano consapevoli e quali provvedimenti intendano prendere per limitarlo. Provvedimenti per noi non sono multe e affini, ma diffusione di consapevolezza e incentivi per evitare che in ognuno maturi conoscenza dei vantaggi per se stesso e la comunità.

ADUC – Associazione Diritti Utenti e Consumatori

 

 

1 – dati da Istituto Superiore Sanità (ISS) e Lab24 de IlSole24Ore https://www.iss.it/

https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/?refresh_ce=1

2 – niente a che fare con chi per principio è ostile alle indicazioni del SSN