COVID: Scuole, il professor Ricciardi sconsiglia di riaprirle il 7 gennaio

“Il lockdown natalizio andrebbe prolungato almeno fino a metà gennaio e non ci sono le condizioni per riaprire le scuole tra una settimana”: a dirlo è Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus e professore di Igiene all’Università Cattolica. In un’intervista al quotidiano ‘La Stampa’, l’esperto ha ricordato che “per abbassare davvero la curva dei contagi, lo abbiamo visto, l’unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali. Anche la ‘zona rossa’ ora in vigore andrebbe prolungata, almeno fino a metà gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi. Se dal 7 gennaio, di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica”.

Secondo il sindacato la posizione del professor Walter Ricciardi è condivisibile: Anief ritiene infatti importante il ritorno a scuola, perché la vera didattica è in presenza, ma nello stesso tempo va adottata la massima cautela: “Non dobbiamo agire per convinzioni preconfezionate, la riapertura deve essere regolata guardando ai dati epidemiologici. L’ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza, che apre le superiori con il 50% di studenti, deve essere ponderata sino in fondo. A chi dice che la percentuale di alunni dovrà aumentare già nel volgere di una settimana chiedo di attendere di conoscere i numeri di contagi e di decessi di quei giorni d’inizio 2021”.

Riaprire le scuole subito dopo l’Epifania comporta dei rischi non indifferenti. Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, non ha dubbi: “So che è impopolare dirlo, ma non è il caso. Si possono riportare i ragazzi in classe solo con una circolazione bassa del virus, non con quella attuale. Le scuole sono ambienti sicuri, ma è la situazione esterna a sconsigliarne la riapertura. Altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane”.

Il sindacalista Marcello Pacifico, a capo dell’Anief, torna a ribadire la posizione dell’organizzazione che guida da oltre un decennio: “Lo scorso mese di settembre avevamo poche centinaia di contagi ogni 24 ore, oggi sono oltre 15mila. Il diritto allo studio deve per forza essere compatibile con quello alla salute. Senza sicurezza non si può pensare di far tornare in classe otto milioni di alunni e un altro milione e 200mila tra docenti, Ata e dirigenti scolastici”.

“Per questi motivi – continua Pacifico – abbiamo sostenuto che sarebbe stato più saggio riaprire gli istituti superiori l’ultima settimana di gennaio o il primo febbraio. Se vogliamo evitare la terza ondata, con inevitabili ulteriori nuove chiusure generalizzate, scuole comprese, serve cautela: i luoghi pubblici e di relazioni tra un alto numero di individui non possono essere riaperti con leggerezza. Nel frattempo, bisognerà dare in fretta l’opportunità al personale tutto di potersi vaccinare”.